"Così vogliamo aiutare i Comuni montani"

Illustrate da Fratelli d’Italia le due proposte di legge con sgravi di tasse, aiuti economici e abolizione di limiti numerici per le scuole

"Così vogliamo aiutare i Comuni montani"

"Così vogliamo aiutare i Comuni montani"

di Matteo Bondi

Esenzione dell’imposta sui redditi ed esenzione sui contributi previdenziali e assistenziali sui dipendenti per le imprese che lavorano nei Comuni montani; abolizione del limite minimo di bambini per poter formare classi delle scuole elementari, medie e superiori; istituzione anche di un contributo a fondo perduto pari al 20% del valore della casa acquistata o ristrutturata per le famiglie che si trasferiscono sempre in un Comune montano, oltre al recupero del 65% delle spese sostenute per il trasferimento. Questa è la sintesi di due proposte di legge presentate da Fratelli d’Italia in parlamento e che sono state illustrate ieri dall’onorevole Alice Buonguerrieri, coordinatrice provinciale del partito.

"Si tratta di un tema molto importante – spiega la deputata –, si intende andare incontro a quelle zone del nostro territorio dove è, effettivamente, più difficile vivere e fare impresa. Non sarà l’unica azione che andremo a fare, ma è un inizio per cercare di invertire quella tendenza alla desertificazione dei territori montani che molti nostri amministratori e cittadini ben conoscono".

La definizione esatta di quali saranno le caratteristiche dei Comuni che potrebbero rientrare in questa ‘Zona Franca Montana’ sarà stabilita in un secondo momento. "Parametri sicuri saranno quelli del numero di abitanti – spiega la Buonguerrieri – dell’altitudine del comune, ma anche degli aspetti economici presenti: per esempio, una Cortina d’Ampezzo non dovrebbe rientrare in una Zona Franca, un Portico di Romagna sì".

Le imprese che godranno dei benefici fiscali della legge avranno comunque dei paletti a cui attenersi: l’intenzione di stare in quel territorio per i prossimi dieci anni, avere almeno il 50% dei propri dipendenti che risiedono nel comune o al massimo a 40 km da esso. La stessa cosa varrà anche per le famiglie che intendono trasferirsi in un comune montano e godere così dei benefici sulla casa: la permanenza in quel comune deve essere di almeno 10 anni.

"Oltre all’aspetto economico - spiega Luca Bartolini, responsabile di Fratelli d’Italia del comprensorio forlivese - è molto importante anche quello scolastico. Riuscire a eliminare il numero minimo di bambini per la formazione di una classe permetterà di mantenere le scuole in tutti quei comuni dove ogni anno si lotta per poter mantenere il presidio scolastico, che è proprio il servizio minimo che deve essere presente affinché una famiglia possa decidere di risiedere in quel paese".

Entrambe le leggi, al momento, sono in discussione nelle rispettive commissioni parlamentari. "Penso che nel giro di un paio di mesi – afferma la deputata –, possano arrivare alla discussione in aula per la definitiva approvazione".