Dimissioni, lettere anonime, veleni: il caso a Trento è un vero terremoto

Dopo l’addio di Sara, numerosi colleghi hanno raccontato le difficili condizioni lavorative. Sono arrivati gli ispettori da Roma. E oggi potrebbe arrivare l’esito dell’indagine interna

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La scomparsa di Sara Pedri ha scatenato un vero terremoto a Trento. Le ricerche del suo corpo continuano nel lago artificiale di Santa Giustina, dove sfocia il torrente Noce, e i cani molecolari hanno indicato mesi fa la presenza di almeno un cadavere in quella bara d’acqua: il problema è che il fondo è invisibile e che gli scomparsi, in quella zona, sono più di uno. Ma, nonostante l’assenza fisica, la storia di Sara sta scuotendo dalle fondamenta la sanità nella quale ha lavorato. E potrebbe essere solo l’inizio: oggi potrebbero arrivare gli esiti dell’indagine dell’Ausl di Trento.

Sara Pedri scomparsa, trasferito Saverio Tateo primario del reparto di Ginecologia

Nel frattempo, in ospedale sono arrivati gli ispettori inviati dal ministro della Salute Roberto Speranza: un episodio senza precedenti in una zona geografica in cui l’eccellenza delle cure è un vanto. Il loro lavoro, durato due giorni, va ad aggiungersi a quello dell’inchiesta interna aperta dall’Ausl: decine di professionisti hanno chiesto di essere sentiti, comprese 70 ostetriche delle quattro strutture trentine, per raccontare il clima del reparto. Nel frattempo sono scesi in campo i politici (consiglieri regionali e deputati, tra i quali il forlivese Marco Di Maio di Italia Viva) e medici: anche l’ordine ha aperto un’indagine disciplinare e segnalerà la posizione del primario Saverio Tateo all’albo della Lombardia.

I veleni si addensano soprattutto attorno al capo del reparto. Che era presente quando si svolse la prima indagine interna, già a marzo, nella quale (ha detto a suo tempo il direttore sanitario Antonio Ferro) non sarebbe emersa una particolare correlazione tra la scomparsa di Sara e le condizioni di lavoro. Dopo il servizio di ‘Chi l’ha visto?’, su Rai3, con pesanti accuse di alcuni professionisti – a volto coperto e con la voce cammuffata –, l’Ausl ha dato il via all’indagine interna e a Tateo sono stati fatti smaltire alcuni giorni di ferie arretrati. Ha ripreso servizio lunedì, alla vigilia dell’arrivo degli ispettori: si dice che la stessa Provincia non abbia gradito. Non solo: cinque ginecologhe – dunque colleghe di Sara – hanno scritto all’Ausl segnalando "l’incompatibilità ambientale" del primario. A sostegno del quale è apparsa però una raccolta firme: anonimo l’autore del testo in sua difesa. Un clima, dunque, di sospetti e tensioni al quale si aggiungono le testimonianze nel frattempo emerse: "Ogni mattina pregavo di avere un incidente, di rompermi le gambe o rimanere paralizzata, pur di non lavorare a Ginecologia", ha detto un’anonima collega a ‘Chi l’ha visto?’.

Nel frattempo, il 7 giugno il contratto di Tateo è stato rinnovato. La notizia sarebbe stata comunicata alla Provincia di Trento solo settimane dopo: il direttore generale dell’Ausl Pier Paolo Benetollo si è dimesso dopo le polemiche. Ma la situazione non si sbroglia: un po’ a sorpresa, la Provincia non ha firmato le dimissioni. "Il manager è e rimane in carica", ha detto il presidente. Una situazione complessa, che dall’esterno è più difficile da scrutare delle acque del lago di Santa Giustina.