
Il porticato ha accolto domenica i partecipanti, a causa della pioggia
Nonostante la pioggia, domenica scorsa si è svolto con successo nella piazza Cesare Battisti di Dovadola il primo ‘Trebbo paesano: com’era una volta Dovadola’, organizzato dal Collettivo E3b (e treb), che fa capo a Simona Camporesi, una forlivese trapiantata a Dovadola, e Ando Fabbri di Rocca San Casciano.
All’iniziativa della domenica pomeridiana, organizzata in collaborazione con il Caffè Antica Osteria di Mirko Fabbri, hanno partecipato diverse decine di persone della vallata del Montone e in particolare da Dovadola, fra cui il vicesindaco Massimo Falciani, e la responsabile artistica del Centro italiano di Storytelling di Portico, Giovanna Conforto. Racconta Camporesi: "Puntuale come un orologio, il fuoco è stato acceso nella piazza, ma la pioggia ci ha costretti quasi subito a rifugiarci sotto il porticato. Poco male, tra antichi stemmi di Dovadola e bicchieri fumanti di vin brulé, i racconti non sono comunque mancati. Sì è raccontato di quando le sere d’autunno la gente si riuniva nelle aie per la sfoglieria delle pannocchie di granturco, ma poi alla fine della serata lavorativa partivano i paioli di polenta e le fisarmoniche e allora si cominciava ‘a far baracca’, tra giri di valzer e ‘malghini’ fra giovani, nati sotto gli occhi complici della luna piena. Si sono rievocati i tempi gloriosi, in cui i due rioni si sfidavano a chi faceva il falò più grande. Erano i tempi in cui Dovadola contava una sfilza di negozi, più di quelli che oggi si trovano in corso della Repubblica a Forlì. Si è riso e ci si è commossi, e i primi timidi bigliettini hanno fatto capolino dentro la scatola dei desideri". Si tratta di un elegante contenitore posto dagli organizzatori in fondo al loggiato, dove i partecipanti potevano lasciare i loro desideri per organizzare le prossime puntate. Conclude Camporesi: "E ci si è detti quanto sia bello ritrovarsi fuori casa a rievocare ciò che è stato e, nel farlo, provare a ricostruire quel senso di paese che oggi sembra andato perso, ma che per un momento, attorno al fuoco, è risorto dalle ceneri". Come primo incontro, il successo è stato garantito dal numero delle persone intervenute e soprattutto da quelli che hanno avuto il coraggio di raccontare in pubblico, magari senza un filo logico, sollecitati dal ‘regista’ Ando. Il prossimo Trebbo paesano è fissato per domenica 23 febbraio a Rocca.
Quinto Cappelli