
Alle celebrazioni per il centenario della nascita della partigiana Iris Versari, organizzate domenica scorsa a San Benedetto in Alpe dal Comune di Portico e San Benedetto, in collaborazione con l’Anpi della Valle del Montone, hanno partecipato anche diversi parenti dell’unica partigiana donna della Banda Corbari, fra cui i nipoti Eugenio, Vittorio e Iris Talenti di Rocca San Casciano, figli di Maria Versari, sorella maggiore della partigiana.
Eugenio, lei vanta un legame particolare con la zia Iris Versari. Perché?
"E’ stata la mia madrina di battesimo nella chiesa parrocchiale di Rocca San Casciano nel 1941. In quel periodo la famiglia della zia abitava a Valcapra (1931-1942), un podere che faceva riferimento a Rocca San Casciano. Anzi, quando mi fece da madrina nel 1941, la zia Iris era a servizio come cameriera in una famiglia benestante di Rocca, lavoro che svolse in varie città e paesi, fra cui Forlì".
Quando Iris è morta, lei aveva tre anni. Ricorda qualcosa di lei?
"Anche da partigiana veniva in casa nostra a trovare sua sorella, cioè mia madre, ma di nascosto e con la scorta partigiana, che restava nei pressi dell’abitazione. Ricordo il suo bel volto sorridente e simpatico e una gran capigliatura nera".
Dopo la sua morte, come la ricordavate in famiglia, in particolare sua madre?
"La mamma mi portava ogni tanto sulla sua tomba al cimitero a Forlì. E lì ammiravo la sua bella foto, quel volto che mi aveva colpito in vita. Mi piaceva tanto".
E oggi?
"E’ un dovere ricordarla, non solo da me suo figlioccio e dai suoi parenti, ma anche da tutti i cittadini, perché è morta per la libertà".
q.c.