
Il restauro del crocifisso. Ora tornerà nel Duomo
È tornato a Forlì il prezioso crocifisso romanico del 12° secolo, conservato nella Cattedrale, sopra la porta che conduce alla sacrestia, e oggetto di recenti lavori di restauro eseguiti dal laboratorio Sos Art di Carlotta Scardovi, di Bologna, in memoria di Martino Brunelli (figlio di Gianfranco, vicepresidente della Fondazione).
Da ieri fino al 9 agosto e dal 26 agosto fino al 6 settembre l’opera è esposta e visibile al pubblico nel salone d’onore del Vescovado, in piazza Dante 1 (dal lunedì al venerdì, ore 9-12). Il crocifisso sarà poi ricollocato al suo posto in Duomo il 14 settembre, nel giorno della festa dell’Esaltazione della Croce, titolare della Cattedrale, e del quinto anniversario della beatificazione di Benedetta Bianchi Porro, durante la cerimonia religiosa presieduta dal vescovo di Forlì-Bertinoro Livio Corazza.
L’intervento di restauro si è concentrato sulla pulitura della superficie, il consolidamento degli strati costitutivi e sul successivo riordino estetico. "Si tratta di una scultura policroma in legno scolpito – afferma Claudio Giannelli, direttore dell’Ufficio diocesano per i beni culturali ecclesiastici – di grandi dimensioni e pregio, scolpita, assemblata e dipinta, poggiante su di una pregiata croce, anch’essa lignea, originariamente quadrilobata e dipinta, con tracce di decorazioni policrome e dorate".
La particolarità dell’opera è che Gesù non è raffigurato sofferente o morto, ma vivo, con gli occhi aperti e il volto solenne e maestoso. Nulla fuoriesce dalla ferita dei chiodi e del costato, sulla testa non è presente la corona di spine bensì una corona regale. I fianchi sono cinti da un drappo purpureo e sopra il capo sono incise due frasi che hanno la stessa iscrizione latina: ’Rex Iudeorum’ (Re dei Giudei).
"La figura del Cristo – scrive Giordano Viroli nella guida ’Chiese di Forlì’ – è rappresentata non come fosse appesa al legno della croce, ma piuttosto eretta in piedi, poggiante sul suppedaneo. È il Christus Triumphans, come lo prevedeva la più antica iconografia. Vivente, ha in capo una corona dorata, non consueta nei crocifissi lignei. Anche la croce, con estese tracce di decorazione policroma, si rivela originale e sostanzialmente integra".
Alessandro Rondoni