QUINTO CAPPELLI
Cronaca

"Le note di un organo nel nome di Benedetta"

Il prezioso strumento è stato donato alla badia di Dovadola dall’arciprete terrasolano Marino Tozzi. Domani sera il primo concerto

"Le note di un organo nel nome di Benedetta"

"Le note di un organo nel nome di Benedetta"

Nella parrocchia di Dovadola, guidata da don Giovanni Amati arriva la terza novità dell’anno. Dopo l’apertura del centro estivo e l’arrivo da Miramare di Rimini di due suore della Congregazione ‘Sorelle dell’Immacolata’, domani alle 21 sarà inaugurato un bell’organo con una quarantina di canne installato nella Badia. Per l’occasione, la parrocchia, in collaborazione con l’Unitalsi, la Fondazione Benedetta Bianchi Porro e il gruppo di preghiera di Montepaolo, ha organizzato un concerto con melodie eseguite dalla forlivese Giulia Ricci, organista nella chiesa di Wallisellen a Zurigo, e i brani della corale di Castrocaro Terme e Terra del Sole, diretta dal maestro don Marino Tozzi, arciprete di Terra del Sole. Saranno eseguiti canti gregoriani e laudi, musiche di Razzi, Croce, Bach, Pitoni, da Victoria, Palestrina e Tozzi, con ingresso libero. Mecenate dell’organo è proprio don Marino Tozzi, appassionato di musica, membro dell’Associazione nazionale Santa Cecilia e con vari incarichi diocesani, fra cui quello di segretario della Commissione diocesana per la Musica sacra.

Don Marino, perché ha deciso di donare l’organo alla badia di Dovadola?

"E’ un omaggio alla Beata Benedetta. Leggendo i suoi diari, si scopre che è andata a scuola di musica e pianoforte dagli 8 a 17 anni. Sarebbe potuta diventare un’organista. Di sicuro le piaceva la musica, come la letteratura e l’arte. Cantava e aveva eseguito dei saggi, quindi aveva una sensibilità particolare anche per la musica e il canto".

Come dire: i pellegrini, i fedeli e le persone che arrivano alla Badia di Dovadola da ogni parte del mondo, per conoscere il luoghi, gli scritti e il museo di Benedetta, possono scoprire un aspetto particolare della Beata di Dovadola, anche attraverso la musica?

"Sì, come hanno fatto da secoli Bach, che la musica l’ha composta e suonata, e Lutero, che la musica l’ha voluta nella chiesa luterana a fondamento della liturgia e della preghiera".

A proposito di Lutero, perché ha scelto un organo che arriva dalla chiesa luterana di Bremerhaven (porto di Brema) costruito nel 1968?

"È opera della ditta organaria Hillebrand di Hannover, specializzata nella costruzione di organi sul modello barocco della Germania settentrionale, quindi è un organo ‘bachiano’, cioè adatto ad eseguire le musiche di Bach. Da anni che seguivo online la vendita di vari organi nelle chiese del Nord Europa, in particolare in Germania, dove le chiese sono tante, ma i fedeli pochi. Trovatolo, è stato montato nella chiesa di Dovadola da Mauro Baldazza di Longiano, l’unico organaro rimasto in Romagna".

Il concerto si concluderà con l’inno di Benedetta?

"Sì. Benedetta in cielo canta le lodi di Dio, insieme ai cori degli angeli e dei santi e anche di Luciano Mazzini di Terra del Sole, morto l’anno scorso a 55 anni, dopo 30 anni di vita immobile in un letto causa un incidente in un cantiere edile, dove aveva ritrovato la fede: una vita simile a quella di Benedetta. Allora, dato che la nostra gioia in cielo sarà di cantare le lodi di Dio, perché non possiamo cominciare fin da questo momento, come diceva lo scrittore francese Paul Claudel? Questa è anche la motivazione più profonda che anima chi canta e chi suona in chiesa e nella liturgia. E, come insegna Bach: a Dio per lodarlo, al prossimo per servirlo".