Sara Pedri, riprese le ricerche: cane e gommoni sul lago di Santa Giustina

In Trentino un’operazione di tre giorni che è però terminata senza esito. La sorella Emanuela: "Non ci fermeremo mai". Previste altre perlustrazioni

Riprese le ricerche di Sara Pedri

Riprese le ricerche di Sara Pedri

Forlì, 28 aprile 2023 – Senza esito anche le nuove ricerche sul lago di Santa Giustina, in Trentino, per tentare di trovare il corpo di Sara Pedri, la ginecologa forlivese scomparsa il 4 marzo 2021 a 31 anni. Le operazioni, che si sono svolte, per volontà del Commissario del governo, nella "massima segretezza", per agire nel modo più preciso possibile, sono state effettuate il 25 e 26 marzo, approfittando delle condizioni meteo favoreli.

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Con i carabinieri e i vigili del fuoco di Cles e Tassullo, dotati di gommoni, è stato impiegato un cane di ricerca cadaveri altamente specializzato, del nucleo cinofili dei carabinieri di Bologna, che ha guidato le ricerche sulle rive scoscese del bacino, in particolare in località Castellaz, nella parte nord del lago, dove affluisce il fiume Noce, e dove il cane aveva fiutato una traccia. Nella circostanza, i carabinieri di Cles e i vigili del fuoco volontari hanno proceduto a scavare e rimuovere del limo depositatosi nel tempo, impiegando anche un escavatore per fare agire il cane senza ostacoli di sorta. Il cane è stato poi di nuovo utilizzato il primo aprile.

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"Ringrazio di cuore le istituzioni per queste nuove ricerche – rimarca Emanuela Pedri, sorella di Sara –. Non smetteremo mai di cercarla, e noi come famiglia chiederemo sempre di compiere, per quanto possibile, questo tipo di operazioni. Lo dobbiamo a Sara e lo dobbiamo ai tanti che continuano a sostenerci. Rivogliamo Sara". Il Commissario del governo ha comunicato che le "ricerche periodiche verranno effettuate con servizi perlustrativi".

Era il 4 marzo 2021 quando la giovane ginecologa di Forlì scomparve nel nulla. La sua auto, una Volkswagen T-Roc, venne trovata in una zona purtroppo conosciuta per il ’salto’ nel vuoto nel lago di Santa Giustina. Un ipotizzato suicidio – anche se il corpo non è mai stato ritrovato – sul quale s’è innescata un’inchiesta della procura di Trento per mobbing a carico dei dirigenti sanitari dell’ospedale trentino dove lavorava Sara; la ragazza, a famigliari, amici e al fidanzato aveva confessato di subire insopportabili maltrattamenti sul lavoro.

A febbraio la procura di Trento ha chiuso le indagini a carico dell’ex primario del reparto di ginecologia dell’ospedale Santa Chiara, Saverio Tateo (poi licenziato), e della sua vice, Liliana Mereu. Sono entrambi accusati di maltrattamenti sul lavoro con atteggiamenti vessatori (ed entrambi hanno sempre respinto queste accuse). Fra le 21 parti offese – medici, ostetriche e infermieri che lavorano o hanno lavorato nel reparto di ginecologia – c’è anche Sara Pedri, rappresentata dalla famiglia. Tateo ha nel frattempo fatto ricorso contro il licenziamento dall’ospedale.