Sara Pedri, così parlò il dottor Tateo: "Nessuna criticità"

L’ex primario della forlivese svanita nel nulla in Trentino (oggi indagato per maltrattamenti sul lavoro) venne interrogato dalla guardia di finanza a maggio 2021. "Era educata e la sua professionalità nella norma"

Saverio Tateo, primario dell'ospedale di Trento, dove Sara Pedri ha lavorato per 4 mesi

Saverio Tateo, primario dell'ospedale di Trento, dove Sara Pedri ha lavorato per 4 mesi

Forlì, 22 febbraio 2022 - Erano i giorni in cui l’angoscia aveva attecchito ormai in maniera definitiva anche nei corridoi dell’ospedale Santa Chiara di Trento. Nei cuori di chi aveva, ed ha, a cuore i destini di Sara Pedri, quel tetro sentimento aveva già da un pezzo preso il sopravvento. Su Saverio Tateo, primario del reparto di ginecologia e ostetricia dell’ospedale di Trento, dove lavorava Sara, la 31enne ginecologa forlivese scomparsa nel nulla il 4 marzo 2021 (il suo corpo non è mai stato ritrovato), s’erano invece palesate le prime nubi. Qualcuno aveva cominciato a parlare – associando le proprie espressioni al dottor Tateo – di "mobbing", "maltrattamenti", di "insulti" o "situazione insostenibile... dittatoriale del reparto...".

Sara Pedri, la sorella: "Abbattuto un muro di omertà" Medici, infermieri o altro personale del reparto, puntavano, in modo insistito oramai, il dito contro di lui, Saverio Tateo. Qualcuno ne aveva già parlato agli inquirenti. Ma il 17 maggio del 2021, quando Saverio Tateo viene sentito dalla guardia di finanza di Trento, lui, placidamente e in modo deciso, nega rapporti di tensione con Sara: "Non ho mai avuto alcuna criticità o problemi con la dottoressa Pedri, nemmeno quando s’era trovata in sala operatoria o in sala parto... Con me ha anche eseguito un cesareo, ed era andato tutto bene...". Lo stesso tono, nella forma e nei contenuti, che Tateo – oggi indagato per maltrattamenti assieme alla ex vice Liliana Mereu – terrà poi sempre, anche alla commissione sanitaria; nemmeno l’allontanamento del professionista dall’ospedale di Trento gli ha fatto cambiare il tiro delle affermazioni. I verbali messi nero su bianco nell’interrogatorio di quel 17 maggio 2021, effettuato all’ufficio di polizia giudiziaria della procura di Trento, risutano quindi il calco originario e continuato della sua posizione: "Sara era persona educata, la sua professionalità era perfettamente nella media di ogni neo assunta. Per il suo inserimento, in considerazione dei suoi interessi che mi aveva rappresentato, avevamo deciso insieme che ciò avvenisse con un’attività ambulatoriale e in sala parto...".

Sara Pedri, la casa si illumina di verde

"Poi la dottoressa Pedri è stata utilizzata anche per altri servizi dell’unità operativa in quanto poteva essere utile alla sua formazione... Un’altra dottoressa, successivamente, è stata affiancata in ecografia, questo è vero... ma ciò rientra nelle turnazioni dei neo assunti...". "Dopo la scomparsa della dottoressa Pedri – continua il dottor Tateo nell’interrogatorio messo a verbale dalla Finanza – mi sono premurato di contattare la primaria di psicologia dell’ospedale, per capire cosa potesse essere utile fare per poter dare un supporto al personale sanitario che si era confrontato con la dottoressa Pedri... Furono organizzati tre incontri, con due psicologhe, a partecipazione volontaria e comunque individuale, con il personale medico della mia unità operativa, ai quali ho partecipato anch’io...". Alla domanda del maresciallo delle fiamme gialle ("È venuto a conoscenza di aspetti particolari su Sara Pedri?"), il dottor Tateo riaccende il suo ritmo monocorde, scevro da emozioni: "No, né lei né nessun altro mi ha mai detto nulla... L’avevo vista dimagrita, questo sì, e glielo dissi... Poi al telefono, quando era a casa a Forlì, in malattia, mi disse che si sentiva ’inadeguata’... io le risposi che era normale per qualunque medico all’inizio del suo lavoro... Le dissi che poteva decidere con calma anche se voleva passare all’ospedale di Cles, dov’era stata inizialmente destinata, prima del Covid...".