
Il guru Maio Pianesi con la moglie
Forlì, 16 marzo 2018 - C’è un uomo chiave nella vicenda della psico-setta macrobiotica del guru maceratese Mario Pianesi. Ed è l’ex fidanzato forlivese della donna che per prima fece denuncia nel 2013. Quella che ha portato la procura di Ancona a iscrivere nel registro degli indagati Pianesi, sua moglie e altri due collaboratori stretti.
Fu questo ragazzo a convincerla a uscire allo scoperto. «Ci conoscemmo nel Punto Macrobiotico di Cesena alla fine degli anni ’90 – racconta oggi – e nel 2008 ci fidanzammo».
Come la convinse a far denuncia?
«Nel 2013 leggemmo un articolo online sul premio dato a Pianesi dal presidente Napolitano. C’erano commenti entusiasti di persone che conoscevamo, che volevano sfruttare quella bacheca per convincere altri a entrare. Noi scrivemmo commenti di rottura e pensammo ‘basta, ora bisogna fare qualcosa’. Così la convinsi a raccontare la sua storia, che era molto pesante perché ci aveva quasi rimesso la vita».
Facciamo un passo indietro: cosa accadde alla sua ex ragazza?
«Quando lei si avvicinò al centro, dentro c’era già suo fratello che stava male. Lei era in salute. Ma soffriva di una patologia che si poteva tranquillamente tenere a bada con alcuni farmaci. Loro le inculcarono il concetto di ‘no medicine’. E io assistetti al momento in cui Pianesi in persona le diede la dieta».
Come accadde?
«Non ricordo con precisione quando fu, il ’99 mi pare. Eravamo a Milano Marittima a una conferenza tenutasi durante un corso per i capicentro. Lui si rivolse a lei direttamente dicendole cosa mangiare».
E da lì in poi come cambiò?
«Lei era bellissima. Aveva già perso peso a quel punto, sarà stata sui 50 chili. Pianesi quando la vide si disse preoccupato e volle prescriverle una nuova dieta».
E funzionò?
«No, continuò a perdere peso. Anzi, questa nuova dieta era ancora più rigida».
Quanto arrivò a pesare?
«Alla fine 35 chili. Io ero spesso incaricato di andare a casa sua e cucinare macrobiotico per lei, sua madre e suo fratello. Me lo ordinava direttamente la segreteria nazionale».
In lei però scatta qualcosa quando viene ricoverata.
«Esatto, venne presa per i capelli. Ci volle ancora un altro po’ per capire cosa stava accadendo. Ma riuscì ad uscirne. Anche perché nel frattempo sia il fratello che la madre, che peraltro seguendo i dettami di Pianesi non prendevano medicine per le loro malattie, morirono».
Ora come sta?
«Ora bene, ci siamo lasciati l’anno scorso ma continuiamo a sentirci saltuariamente. Finalmente è uscito tutto allo scoperto».
Come mai è servito così tanto tempo per denunciare?
«E’ una dinamica meschina, che ti attrae con le giuste motivazioni, che sono quelle di rispetto dell’ambiente e del corpo, e poi ti soggioga psicologicamente».