STEFANIA CUGNETTO
Cronaca

Forlì, trapianto di ossa e pelle. "Così sono tornata a camminare"

Dopo un incidente, un calvario per una 38enne risolto con un intervento sperimentale

Il chirurgo ortopedico Marcello Lughi (foto Fantini)

Forlì, 23 novembre 2017 - E' una storia a lieto fine quella di Michela Rossi. Michela è una 38enne forlivese che il 1° ottobre del 2016 resta coinvolta in un brutto incidente motociclistico, che la costringe a letto per mesi a causa delle molte e dolorose fratture subite. Una su tutte, però, porterà la giovane donna a non poter camminare normalmente e a subire fortissimi dolori: una brutta frattura alla caviglia.

"A distanza di sei mesi dall’incidente – racconta Michela – provavo ancora un fortissimo dolore alla caviglia e non riuscivo a camminare. Sapevo che qualcosa non andava, alcuni medici mi dicevano che era normale dopo l’incidente che avevo avuto, ma il dolore era davvero insopportabile". A nulla servono nemmeno le quattro ore di fisioterapia al giorno a cui si sottopone: la donna non riesce proprio a recuperare l’uso del piede. «Alla fine di febbraio mi sono sottoposta a una Tac – spiega – ed è lì che ho scoperto di avere un tumore benigno alla tibia. Il mio dolore non era solo dovuto all’incidente che avevo avuto, ma anche a questa cisti che, però, nessun medico sapeva come curare».

Michela dovrà aspettare il 14 aprile 2017 per essere sottoposta all’intervento che le permetterà di tornare a camminare normalmente. «Quando ho incontrato il dottor Marcello Lughi – racconta con commozione – mi sono sentita finalmente capita. Erano mesi che raccontavo il mio dolore, ma non venivo ascoltata o creduta, lui l’ha fatto».

E’, infatti, il dottore Lughi, chirurgo ortopedico all’Ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì, ad operare Michela. «Il caso era sicuramente singolare – spiega il medico – ci siamo trovati di fronte non a una semplice frattura, ma alla presenza di un quadro clinico più complesso. Oltre al trauma, vi era infatti la cisti e un problema tendineo. La situazione di partenza era assolutamente nuova per me, sapevo che avremmo dovuto intervenire su più fronti: sull’osso; sui tendini e sui legamenti». Il dottore ha deciso, dunque, di studiare il caso e provare un’operazione innovativa: «non trovando niente nella letteratura medica – osserva –, ho deciso di utilizzare la medicina rigenerativa».

La donna è stata, quindi, sottoposta a due trapianti e una trasfusione; per la precisione, un trapianto osseo e uno di derma, unendo a questi dei Prp (ovvero porzioni di plasma ricco di piastrine). «Insieme al mio collega, il dottor Alessandro Campagna, abbiamo deciso di provare a risolvere anche in via definitiva il problema della signora. Volevamo riparare, ma anche ricostruire. Siamo intervenuti utilizzando ossa e derma da donatore grazie alla collaborazione con la Banca dell’osso di Bologna e la Banca della cute di Cesena. Il risultato ha superato le nostre aspettative».

Un intervento che, sembra, sarà presto pubblicato. «Pare che non solo la caviglia sia tornata sana, ma che attraverso le piastrine si sia rigenerato il tessuto. A dicembre sottoporremo la signora a una particolare risonanza che ci confermerà questo inaspettato risultato». La Rossi ha risposto bene all’intervento, riuscendo a camminare normalmente e soprattutto a non sentire più dolore «Sono rinata – dice – e sono fiera del lavoro dei dottori della mia città». «Sono felice che la paziente stia bene – chiosa il medico – e sono felice di aver osato, dimostrando che anche negli ospedali pubblici esiste la possibilità di farlo e ottenere risultati d’eccellenza».