REDAZIONE IMOLA

Mamme senza casa e con figli piccoli: in via Pambera ci sono due alloggi per loro

Contributo di 120mila euro da Comune e Fondazione Cassa di Risparmio

L’assessore alla Casa di Imola, Barbara Lo Buono

Imola (Bologna), 4 luglio 2014 - Due appartamenti pubblici destinati alla coabitazione tra donne sole con uno o più minori a carico. È la misura concordata dal Comune e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Imola, nell’ambito del più ampio ‘Progetto contro la crisi: un sostegno concreto alle famiglie per il diritto allo studio e alla casa’. Il provvedimento è rivolto a donne che «temporaneamente hanno difficoltà a reperire un alloggio nel libero mercato», spiegano dal Comune in una nota. Gli alloggi, che sono in via Pambera, potranno ospitare quattro o cinque donne (a seconda del numero di minori a carico). A questo scopo il palazzo di piazza Matteotti mette a disposizione 20mila euro e la Fondazione 100mila: le risorse servono in parte per contribuire al canone di locazione per quattro anni dei due alloggi, in parte per le attività di orientamento al lavoro, babysitting e laboratori.

Infatti, «il progetto sperimentale, destinato a donne capofamiglia con uno o più minori – sottolinea l’assessore alla Casa, Barbara Lo Buono – non intende offrire loro solo un’opportunità abitativa a prezzi convenienti. Si richiede alle aderenti al progetto l’adozione di uno stile di vita proattivo, caratterizzato dalla relazione, il mutuo aiuto tra le coabitanti e rispettoso dell’ambiente (raccolta dei rifiuti differenziata) e attento al consumo energetico (stile di vita ecosostenibile ed ecocompatibile)». Inoltre, aggiunge Lo Buono, «alle donne lavoratrici si offriranno supporti che permettano loro di conciliare i tempi lavorativi con quelli genitoriali e l’accudire i figli».

L’assessore, poi, lancia un appello a chi ha mobili da regalare, in buone condizioni: l’obiettivo è infatti quello di «spendere il meno possibile per gli arredi, dando in ogni caso un alloggio dignitoso e accogliente ai nuovi ospiti». Trattandosi di un progetto sperimentale, la ricerca delle donne da inserire in questi alloggi non avverrà attraverso un bando. «Si potrà attingere dalla graduatoria di Erp o da quella del contributo affitto oppure – spiega Lo Buono – si potranno valutare anche donne con minori che si renderanno disponibili a fare questo percorso. Verranno fatti colloqui e un corso propedeutico alla convivenza tra tutte coloro che si renderanno disponibili».

La graduatoria Erp presenta 485 domande in totale: 102 da parte di nuclei con una persona, 63 nuclei composti da donne sole più minori e 70 nuclei con disabili e 36 nuclei di anziani oltre i 65 anni. Infine, l’orientamento al lavoro: «Il progetto vuole dare l’opportunità alle donne della ‘Casa Pambera’ di attivare percorsi individuali di orientamento al lavoro per recuperare o migliorare le competenze professionali pregresse e attuali», spiega l’assessore.