Alluvione e frane a Imola, l’imprenditrice: “La mia vita sottosopra”

A Posseggio gli smottamenti hanno scardinato mezza collina. Maria Antonietta Montefiori: "Temo per la casa, ma gli animali sono salvi. E addio fieno: nelle strade non passa nemmeno la mietitrebbia"

Imola, 31 maggio 2023 – Stringe i denti Maria Antonietta Montefiori perché la realtà, stavolta, supera anche l’immaginazione. E come sulla scacchiera, l’enorme frana piombata due settimane fa in località Posseggio le blocca in un colpo solo casa, capannoni dell’azienda agricola e campi coltivati con grano, erba medica, frutta e verdura.

Maria Antonietta Montefiori sul terreno sconvolto dalle frane a Posseggio
Maria Antonietta Montefiori sul terreno sconvolto dalle frane a Posseggio

"La natura mi ha voltato le spalle – non si dà pace la donna –. Eppure, fin da bambina, a questi terreni pendenti ho dato l’anima. Sembra che sia scoppiata una bomba. Tutto ribaltato, sottosopra. Non riusciamo nemmeno più a ritrovare i nostri castagni".

Già, un versante intero scardinato in pochi istanti. "È ancora in movimento e punta dritto sulle strutture. Quella più grande di 450 metri quadri, dove trovano ricovero tanti animali, la dobbiamo ancora inaugurare – continua la Montefiori che insieme al figlio Luca guida l’azienda agricola ‘Di tutto un po’’ con punto vendita a Imola in via Mazzini - Il pavimento è già in parte sollevato perché la frana spinge forte. Speriamo reggano i pali di fondazione altrimenti è davvero finita".

Lunghe settimane da evacuata con quella capatina giornaliera per dare mangiare al bestiame. "Ma se piove non ci metto piede, è troppo pericoloso – specifica –. Siamo monitorati a vista dai tecnici della Protezione Civile. Da quattro generazioni la mia famiglia ha abitato qui. Nessuno, però, ricorda una cosa del genere".

La conta dei danni è lunghissima: "C’è apprensione per le sorti della casa e dei due capannoni – analizza la Montefiori –. I campi sono martoriati e addio al fieno. Danneggiate anche le strade dove ora non riuscirebbe più a passare la mietitrebbia. Impossibile ricostruire tutto in poco tempo, ci vorranno mesi. Così viviamo in un incubo".

Un dramma proiettato in diretta: "Cancellati i sacrifici di una vita con un colpo di spugna, in pochi istanti – riavvolge il nastro della memoria –. È sparito tutto alla velocità della luce senza la possibilità di razionalizzare. Gli appezzamenti sono pieni di larghe crepe. Abbiamo salvato gli ortaggi, coltivati sul terreno lavorato da poco, e gli animali portati al pascolo per evitare guai peggiori".

Centocinquanta pezzi tra pecore e capre, una cinquantina di maiali, due mucche e centinaia tra galline, polli, capponi e quaglie. Una parte significativa dell’attività giornaliera con la vendita di carni, insaccati e ragù. "Ho tenuto chiuso il negozio di Imola per una decina di giorni perché ero molto provata dal punto di vista psicologico – confida la donna –. È cambiato tutto rispetto a prima, ma la solidarietà dei miei clienti mi resterà scolpita nel cuore. Un moto di generosità da pelle d’oca. Sono loro che mi chiedono di non mollare e io ce la voglio fare".