Cappai, un anno dopo Il dolore di una famiglia "Pena troppo bassa per chi lo ha ucciso"

Rompono un lungo silenzio i parenti di Fabio, ieri la messa in ricordo "Grazie alla comunità e a chi ha reso giustizia alla sua memoria".

Cappai, un anno dopo  Il dolore di una famiglia  "Pena troppo bassa  per chi lo ha ucciso"

Cappai, un anno dopo Il dolore di una famiglia "Pena troppo bassa per chi lo ha ucciso"

Il guizzo di quella lama, un fulmmine nella notte d’estate di Castel del Rio, scossa, un anno esatto fa, dall’omicidio di Fabio Cappai. Un ragazzo di 23 anni, strappato alla vita in un attimo in quella sera fra il 15 e il 16 luglio 2022, e una famiglia che lo ha pianto praticamente sempre chiusa nel proprio riserbo fino a ieri. "Rimane il rammarico per la pena troppo bassa applicata, frutto di benefici riconosciuti da una legge non più aderente alla realtà dei nostri tempi e concessi a chi del minore ha rimasto solo l’età". Rompono così il silenzio i cari di Cappai, tramite una nota affidata al loro legale, Daniela Mascherini. Commentano la sentenza che ha visto la condanna in primo grado – da parte del giudice del tribunale dei minori Francesca Salvatore –, a 10 anni per omicidio volontario aggravato dal porto abusivo di armi, del minorenne esecutore materiale, difeso dall’avvocato Alberto Padovani, riconoscendogli le attuanti generiche. La giudice aveva inoltre condannato (sempre in primo grado), riconoscendo anche in questo caso le attenuanti generiche, a 6 anni e 2 mesi e 4 anni e 9 mesi gli altri due ragazzi (difesi dagli avvocati Giovanna Cappello e Giovanni Marchi), accusati di concorso anomalo in omicidio. I tre giovani, secondo la giudice, come riportato nelle motivazioni della sentenza, si erano "coperti a vicenda", senza dimostrare "una seria riflessione sulla tragedia" né sentimenti "di pietà o ravvedimento"

Ma nelle parole dei familiari, oltre al dolore c’è anche la gratitudine per una comunità: "Ad un anno dalla morte di Fabio, Monica Erika Simone e Stefano desiderano ringraziare tutte le persone che sono state vicine alla loro famiglia in questi mesi difficilissimi e hanno condiviso con loro questo enorme dolore – riferisce la nota –. Un ringraziamento va anche a tutte le Autorità che hanno svolto un lavoro enorme e hanno permesso di ricostruire i fatti senza fermarsi alle apparenze e rendendo giustizia alla sua memoria" commentano. E, a proposito di memoria, ieri, si è tenuta nella chiesa di Castel del Rio, una funzione religiosa per ricordare il 23enne scomparso. Una messa a cui hanno partecipato tanti parenti e amici del ragazzo, scomparso in quella lunga e terribile notte di luglio.

La famiglia, infine ci tiene a specificare che "Fabio non ha partecipato a nessuna rissa", ma "è stato aggredito ed ucciso brutalmente. Finalmente la verità è scritta in una sentenza seppure non ancora definitiva".

"Solo una ultima considerazione desideriamo condividere a difesa della onorabilità di Fabio – concludono -. Il suo tasso alcolemico quella sera era pari a 0,85 gl, nulla di più, un ragazzo normale uscito per trascorrere il venerdì sera con gli amici in un piccolo paese, niente altro".

Un paese che da 12 anni ha alla guida lo stesso sindaco: "In tutto questo tempo è stato per me il momento più difficile – dice Alberto Baldazzi, raggiunto al telefono –. Il dolore è forte e non se ne è ancora andato via, la mia speranza è che questa tragedia possa lasciare qualche traccia di riflessione nei giovani, così da disegnare un giusto percorso di vita".

E il pensiero poi va alla famgilia Cappai: "Penso a loro – conclude Baldazzi –, a Monica, a Erika e al fratello di Fabio, sono nel mio cuore".

g. t.