
L’ingresso del Cau di Imola all’ospedale vecchio (. foto Isolapress
Un investimento da 900mila euro per una struttura che, a un anno e mezzo dalla sua apertura, non è riuscita a ridurre la pressione sul pronto soccorso come invece era stato assicurato. È il Cau (Centro di assistenza e urgenza) all’ospedale vecchio. A puntare il dito contro lo spazio nato a fine 2023, e oggetto di questi mesi di numerose critiche, è la capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione, Marta Evangelisti.
"I numeri parlano chiaro: il Cau di Imola non ha prodotto alcun effetto significativo sulla riduzione degli accessi al Pronto soccorso", taglia corto Evangelisti.
Circa 1.500 gli accessi medi mensili registrati fin qui al Cau: si va dai 1.285 di gennaio 2024 ai 1.678 di maggio 2025 (ultimo dato disponibile); al Santa Maria della Scaletta, nello stesso lasso di tempo, gli accessi sono stati in media poco meno di 4mila: dai 3.928 di gennaio 2024 ai 4.003 di maggio 2025.
"Dove sarebbe quindi il tanto annunciato ‘alleggerimento’ nei confronti del Pronto soccorso?", domanda la capogruppo di FdI in Regione.
I dati confermano infatti una tendenza che si era manifestata già nel primo anno di attività della struttura dell’ospedale vecchio. Un trend stigmatizzato già in passato dalle forze politiche di opposizione e ammesso, almeno in parte, dagli stessi vertici dell’Ausl imolese, che nei mesi scorsi avevano però sottolineato il buon funzionamento del Cau.
Alla luce di questi nuovi numeri, Evangelisti protesta oggi nei confronti di un servizio che, secondo la meloniana, "si è dimostrato inefficiente e costoso. Le numerose segnalazioni dei cittadini – riferisce sempre Evangelisti – riguardano sia le difficoltà di accesso sia la cronica carenza di personale: mediamente solo sette operatori sanitari impiegati, contro gli 85 in servizio al Pronto soccorso. Una situazione che ha costretto spesso i medici del Cau a reindirizzare i pazienti proprio verso il Pronto soccorso. un controsenso sconcertante che ha reso il percorso assistenziale un vero e proprio calvario per i pazienti".
Sotto la lente della capogruppo di FdI in Regione anche l’investimento sostenuto dalla sanità pubblica per mandare avanti la struttura all’ospedale vecchio.
"Dal gennaio 2024 al maggio 2025, il Cau di Imola è costato 903mila euro: una spesa che sarebbe stata più utile se destinata al potenziamento del Pronto soccorso – continua Evangelisti –. Il caso di Imola è emblematico del fallimento di questo modello, che sta generando un vero e proprio buco nel sistema sanitario regionale: basti pensare che nel solo 2024, a livello regionale, sono stati spesi oltre 35 milioni di euro per l’attivazione e la gestione dei Cau, senza che questi abbiano risposto alle esigenze reali del territorio".
Volute dalla precedente Giunta regionale, le nuove strutture come quella all’ospedale vecchio sono state messe in discussione anche dagli attuali vertici della politica emiliano-romagnola.
"I Cau sono solo la punta dell’iceberg di un sistema sanitario in forte crisi – conclude Evangelisti –. Non dimentichiamo che in alcune Ausl, come quella di Imola, si sono anche superati i limiti di legge sul debito. Il bilancio 2025 dell’Azienda sanitaria locale imolese è destinato a chiudersi con un disavanzo di 38 milioni di euro. La narrazione di un sistema sanitario regionale virtuoso non regge più: oggi l’Emilia-Romagna è oppressa da debiti, inefficienze e sprechi. E i Cau ne rappresentano un esempio lampante, come da numeri emersi sul Santerno".