
di Gabriele Tassi
Scenografia di una carneficina. E’ quasi degno di un copione da film horror il racconto di Martino Alberto De Ieso. "I lupi mi hanno sbranato una pecora e le altre due sono sparite". Testimonianza che trova un almeno apparente riscontro nei miseri resti dell’ovino: frammenti di interiora, lana e sangue sparsi un po’ per tutta la scarpata che costeggia il cavalcavia accanto alla sua abitazione di San Prospero, a pochi metri dal nastro d’asfalto dell’A14. I fatti risalgono all’altra notte: "I vicini mi hanno segnalato i resti di una delle mie pecore, probabilmente sbranata – spiega –. Quando sono andato a vedere mi sono trovato davanti uno spettacolo orripilante: dell’animale erano rimasti solo testa, costole e le cosce". Il materiale fotografico (che non pubblicheremo per non urtare la sensibilità di qualcuno) mostra in effetti il corpo della pecora completamente scempiato: difficile dire se si tratti veramente dell’attacco di qualche animale. Secondo gli esperti è però molto facile che il colpevole possa essere un lupo. Questi ultimi tendono infatti, dopo aver ucciso la preda con un morso alla giugulare, a divorarne quasi nell’immediato le viscere, perché più ricche di sangue, tralasciando spesso altri parti del corpo per ’finirle’ in un secondo momento.
Non sono insoliti nemmeno gli avvistamenti dei canidi dalle parti della Bassa. Basti pensare agli esemplari frequentemente immortalati dal fotografo naturalistico medicinese Paolo Maresca, anche più volte negli ultimi mesi. Data per assodata la presenza dei lupi anche nei dintorni di San Prospero: "I miei vicini dicono di averli visti – prosegue De Ieso –. Probabilmente, se ci fosse stato ancora in piedi nei miei terreni il prefabbricato che il Comune mi ha costretto ad abbattere, perché considerato abusivo, la mia pecora non avrebbe fatto quella fine. E chissà ora dove sono andate a finire le altre (tutte incinte), se sono scappate e se le troverò mai più". Doveroso dire che l’ovino, la notte del misfatto, è stato trovato al di là della recinzione, nella scapata adiacente alla fattoria (terreno pubblico) e non all’interno della proprietà dell’allevatore. Resta il fatto però "che nessuno quegli animali me li ripagherà – continua– . Per la paura ho venduto anche la scrofa con i maialini, non vorrei che anche quelli facessero una brutta fine".
Come spesso riportato anche su queste pagine, tramite le parole degli esperti locali, i lupi non costituirebbero un pericolo concreto per gli uomini, poiché ne temono la presenza. Nel caso di San Prospero, in particolare, secondo l’allevatore gli esemplari potrebbero essersi avvicinati alla pecora o "tramite un grosso canale di scolo che passa sotto l’autostrada", altrimenti "utilizzando il cavalcavia stesso sopra l’A14".