
Una delle proteste dei trattori andate in scena negli scorsi giorni in Europa e in Italia
Imola, 4 febbraio 2024 – Arriva sul nostro territorio la protesta dei trattori nazionale ed europea. Domani dalle 9 circa sono attesi un centinaio di mezzi che inizieranno un presidio all’uscita del casello autostradale di Castel San Pietro via San Carlo che, secondo le intenzioni, dovrebbe durare tutta la settimana. I trattori, provenienti dal circondario e zone limitrofe della bassa, del ferrarese, del Bolognese e della Romagna, occuperanno l’area di sosta sulla San Carlo e, per dare visibilità alla loro protesta, terranno azioni dimostrative che potranno creare disagi alla circolazione sull’arteria e nell’entrata e uscita dall’autostrada. Il Comune di Castel San Pietro fa sapere che la polizia locale gestirà la viabilità ordinaria al di fuori dall’autostrada, con un presidio permanente 24 ore su 24, mentre la Polizia Stradale gestirà il traffico al casello e la polizia di Stato sarà presente per garantire l’ordine pubblico. "La polizia locale di Castel San Pietro – fanno sapere dal comando – consiglia di scegliere percorsi alternativi".
“Sicuramente anche gli agricoltori imolesi, che sono scesi in piazza a ottobre a Roma, si uniranno alla protesta". A dirlo è Luana Tampieri, presidente di Cia-Agricoltori italiani Imola, secondo la quale le manifestazioni dei rappresentanti del comparto, che si registrano ormai da giorni in Italia e in vari altri Paesi, sono "il segnale inequivocabile di una crisi che deve essere risolta a livello europeo, in primo luogo, ma anche dai singoli Stati e a livello italiano e regionale". E questo perché "nei diversi territori ci sono problematiche particolari proprio dovute ai cambiamenti climatici", sottolinea la presidente di Cia. Da parte sua il circondario imolese, visto quanto accaduto a maggio dell’anno scorso, purtroppo lo sa bene. "Le aziende agricole imolesi stanno ancora cercando di uscire dal guado dopo molti mesi dall’alluvione – ricorda Tampieri – senza aver ricevuto ristori adeguati ai molti danni subiti, che avranno ripercussioni produttive anche nei prossimi anni, o addirittura rimanendo escluse dai ristori pur avendone diritto". In questo contesto, secondo il presidente regionale Cia, Stefano Francia, "va eliminato subito il vincolo di non coltivare il 4% delle superfici perché avrà come unica conseguenza l’aumento della dipendenza del continente dalle importazioni di cibo. Le nostre iniziative, che sono iniziate a Roma lo scorso 26 ottobre – conclude –, non si fermeranno fino a quando non otterremo risultati tangibili perché l’ultima annata è stata drammatica".