Coronavirus Macerata, una vittima nella Rsa di Recanati

Tampone per personale e ospiti. Bruna Angeloni, 83 anni, era stata portata in ospedale a Civitanova

La recanatese Bruna Angeloni, 83 anni, è morta all’ospedale di Civitanova

La recanatese Bruna Angeloni, 83 anni, è morta all’ospedale di Civitanova

Macerata, 22 marzo 2020 - Recanati piange, nel giro di poche ore dalla morte di Massimo Giovagnola, artigiano settantenne, la sua seconda vittima da Covid-19. Si tratta di Bruna Angeloni, 83 anni, residente con il marito Mario Viola nel quartiere Le Grazie, ospite da qualche tempo della Rsa di Recanati per un periodo di convalescenza e riabilitazione. Bruna Angeloni, oltre al marito Mario, lascia due figli, Massimo di 54 anni e Mauro di 48.

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La cerimonia funebre, in forma riservata come prevedono le nuove disposizioni in fatto di contenimento del contagio da coronavirus, si è tenuta ieri pomeriggio al cimitero comunale. Nella struttura riabilitativa di via XX Settembre si vivono ore di apprensione in attesa dell’esito dei tamponi che sono stati eseguiti ieri mattina a tutti i 36 pazienti e al personale. I risultati dovrebbero conoscersi nel pomeriggio di oggi o al massimo domani mattina.

Nei giorni scorsi, dopo che s’era appreso della positività dell’83enne recanatese, sono scattate immediatamente misure precauzionali impedendo ai ricoverati di uscire dalle proprie camere mentre era già in vigore, dai primi giorni di marzo, il divieto di avere visite da parte di parenti ed amici. Non si sa bene come abbia potuto, la donna, contrarre la malattia, probabilmente durante il suo primo ricovero in ospedale avvenuto nei primi giorni di marzo per un malore non riconducibile al coronavirus, per cui, una volta che si era ripresa, era stata riportata nella struttura residenziale recanatese.

Qualche giorno dopo, però, la donna ha iniziato ad accusare problemi respiratori e alcune linee di febbre e mercoledì sera era stata trasportata di nuovo in ospedale a Civitanova dove, dagli accertamenti fatti, era risultata positiva al Covid-19. Per lei subito è stato necessario il ricovero nel reparto di terapia intensiva dove venerdì sera, purtroppo, è morta.

Ieri pomeriggio c’è stato anche l’addio dell’artigiano Massimo Giovagnola la cui salma è stata portata a San Benedetto del Tronto per essere cremata senza neanche il conforto dell’ultimo abbraccio da parte della sua famiglia. Strazianti le parole del figlio Sergio: "Ti saluto con l’ultimo pezzo di cuore che mi è rimasto, babbo".

Il sindaco Antonio Bravi rivolge ancora una volta l’appello ai suoi concittadini: "Oggi il dolore ci rende più vulnerabili – ha detto il primo cittadino recanatese –, ma proprio per questo più consapevoli che da questa situazione si può venire fuori solo se sapremo farlo insieme, reagendo con una dose più forte di solidarietà e di collaborazione". L’appello, dunque, è a rimanere chiusi in casa per ridurre al minimo le possibilità di contagio.