Covid scuola Macerata, tamponi scaduti durante la lezione: "Prof costretti ad andarsene"

Insegnanti interrotti e invitati a rifare il test per ottenere il Green pass e tornare in classe. Barbi (Snals): "I controlli vanno fatti all’ingresso, non si può fermare tutto così"

Un’insegnante mostra il Green pass sullo smartphone in classe (foto Luca Castellani)

Un’insegnante mostra il Green pass sullo smartphone in classe (foto Luca Castellani)

Macerata, 23 settembre 2021 - "Prof interrotti durante la lezione perché era scaduto il tampone che avevano fatto per ottenere il Green pass". La scuola ha ripreso il via da poco più di una settimana e anche negli istituti della provincia cominciano a presentarsi alcune nuove problematiche relative alla certificazione verde.

Covid Marche: il bollettino del 22 settembre 2021 - A lezione col pass: un assaggio di normalità

Leggi anche: Green Pass Rimini, il prof senza la certificazione verde resta senza stipendio - Green pass Riccione: scade a metà lezione, prof allontanata 

Poco prima dell’avvio dell’anno scolastico, infatti, è stato deciso l’obbligo per tutto il personale: i dirigenti possono controllare attraverso il portale Miur chi è in regola e chi no, e per chi non ha il Green pass scatta la sospensione dopo il quinto giorno di assenza. Secondo il segretario provinciale dello Snals, Ugo Barbi, la situazione genera inevitabilmente delle criticità, soprattutto nei casi in cui insegnanti e personale scolastico non hanno il Green pass per motivi legati alla propria salute, e non perché sono esplicitamente no vax.

Tra questi, ci sono docenti che stanno aspettando di fare il vaccino e che quindi stanno continuando la propria professione facendo un tampone ogni due giorni: Barbi racconta che in alcuni casi i prof sono stati interrotti nel corso della lezione, perché era scaduta la certificazione verde (che con il tampone ha una durata di 48 ore), e sono stati poi invitati a fare un tampone e a rientrare a scuola.

"Ci sono stati degli insegnanti mandati a casa da un collaboratore scolastico e invitati a fare un tampone – racconta –. Se si fa il tampone per esempio alle 10 di mattina, la persona è coperta fino alle 10 di due giorni dopo: quindi se il prof entra a scuola alle 8 del mattino è in regola, ma alle 11 non lo è più. È capitato ad alcuni docenti che, mentre stavano facendo lezione nel corso della mattinata, sia entrato un collaboratore scolastico, che ha comunicato loro che non erano più in possesso di Green pass; gli insegnanti hanno dovuto abbandonare la lezione, andare a farsi il tampone e poi tornare. Non mi sembra una cosa corretta: all’ingresso si è controllato chi ha il certificato e chi no, se è stato dato l’ok a entrare non si può poi ricontrollare ogni ora, interrompere la lezione e mandare il docente a casa. Tra l’altro – dice Barbi – si lascia la classe senza nessuno".

Secondo il segretario dello Snals, al momento non risultano ancora sospensioni, perché chi non ha il vaccino, sta ottenendo la certificazione attraverso i tamponi oppure richiedendo l’esonero per malattia. "Dopo cinque giorni senza tampone si viene sospesi dal servizio e viene tolto lo stipendio, ma non si viene licenziati – spiega Barbi –. Questa situazione riguarda circa il 3-4 per cento del personale: questi soggetti non sono no vax, ma sono soprattutto persone che hanno già delle patologie e per questo hanno qualche timore a farsi il vaccino; possono fare il tampone, ma comunque se lo devono pagare ogni volta a proprie spese. Per questo motivo, insieme a tutti gli altri sindacati, erano stati richiesti tamponi gratuiti per tutto il personale".