
Ihor Hedenidze con la moglie e la figlia più grande: la famiglia si è stabilita a Fiuminata
"Il nostro sogno è tornare in Ucraina. Ma siamo realisti. La guerra non finirà a breve. E noi vogliamo che le nostre figlie sorridano e siano al sicuro. Niente più lacrime per loro". A parlare è il 34enne di Kharkiv Ihor Hedenidze approdato a Fiuminata con la moglie e le loro due bambine il 17 marzo 2022. Da allora lavora alla ditta G.F. Impianti srl come meccanico, assemblando attrezzature industriali. Ha lasciato Kharkiv il primo marzo 2022, dopo una settimana nel seminterrato di casa, sotto bombardamento. "Le bambine avevano paura anche solo di un fruscio. Ci siamo spostati nell’Ucraina occidentale; il 6 marzo ho mandato mia moglie e le figlie in Romania, dove mia madre, suo marito e un amico erano già in viaggio da Fiuminata per venire a prendere la famiglia. Io sono partito poco dopo, appena ho avuto la possibilità – spiega –. Ho imparato l’italiano al lavoro, mi piace quello che faccio. Pure mia moglie vorrebbe lavorare, cerca un’occupazione più artistica, ma le piacerebbe anche fare la commessa. Non abbiamo deciso noi di venire qui, siamo fuggiti per la guerra. Questo paese comunque ci ha accolto. Le bambine parlano molto bene italiano, ci sono i nonni (la madre e suo marito, ndr). Ma tutti i familiari di mia moglie sono ancora a Kharkiv, tra missili e droni russi continui, e non vogliono lasciare il Paese; con loro c’è anche la nonna, di 86 anni. Siamo preoccupati e i nostri pensieri sono rivolti là ogni giorno". Il 34enne crede che il mondo sia "impazzito". "Con il presidente Usa Trump assisteremo a un peggioramento – dice –. Non mi fido della Russia. Potrebbero firmare un documento e poi inviare comunque missili". Sua madre e i suoi nonni nel 1992 furono costretti a scappare in Georgia a causa della Russia. "Ho amici militari al fronte – conclude –. I politici dicono che le cose vanno bene ma non è così. Qui siamo al sicuro. Le nostre figlie hanno visto cose che non dimenticheranno. La grande non ne parla e la più piccola si sta riprendendo, ma la guerra ha lasciato in loro un segno".
l. g.