Incidente Porto Recanati. "Farah sta male", il processo slitta

Nello schianto morirono Gianluca Carotti ed Elisa Del Vicario. Rinvio per consentire al marocchino di essere in aula. Martedì 16 la sentenza

 Marouane Farah

Marouane Farah

Macerata, 9 aprile 2019 - Processo con il rito abbreviato il 16 aprile per Marouane Farah, accusato dell’incidente nel quale morirono Gianluca Carotti ed Elisa Del Vicario di Castelfidardo. Il rinvio è stato deciso ieri, per consentire all’imputato di parlare in aula.

Farah, 34enne di origini marocchine residente a Monte San Giusto, è accusato di duplice omicidio stradale, lesioni gravissime, guida contromano e sotto l’effetto di alcolici e stupefacenti, senza assicurazione e con la patente scaduta.

Nella notte tra il 3 e il 4 marzo, al volante della sua Audi A6 a Porto Recanati invase la corsia opposta e travolse la Peugeot su cui viaggiavano Carotti e Del Vicario, di 47 e 40 anni, e i figli di 10 e 8 anni. La coppia morì sul colpo, i bambini vennero portati al Salesi in condizioni molto gravi. Il marocchino aveva assunto cannabinoidi e aveva un tasso alcolemico di 1,7.

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Ieri si è tenuto il processo per direttissima, a Macerata. Gli avvocati difensori Vando Scheggia ed Emanuele Senesi hanno chiesto il rito abbreviato, che darà uno sconto di un terzo sulla pena. L’avvocato Scheggia ha però dichiarato che Farah, che ieri non era in aula, voleva partecipare al processo, «ma è in condizioni fisiche molto disagiate: per prendere parte all’altra udienza il viaggio è stato per lui dolorosissimo».

Il marocchino sconta ancora i postumi dell’incidente. "Non ci sono problemi di prescrizione – ha aggiunto il difensore – e Farah resta in carcere, dunque non dovrebbero esserci problemi a rinviare di un paio di mesi perché possa partecipare in condizioni migliori". Il pm Enrico Riccioni si è detto contrario, perché risultava che al carcere il marocchino aveva dichiarato di non voler partecipare.

Alla fine la corte, presieduta dal giudice Daniela Bellesi, ha prima accertato – chiamando Montacuto – che Farah è in grado di essere portato a Macerata, poi che lui voleva effettivamente parlare al processo, e infine che non c’era l’ambulanza per portarlo subito in tribunale. A quel punto è stato deciso il rinvio. Martedì, dopo le sue dichiarazioni, poi ci sarà la sentenza. "Per me – ha commentato Scheggia – si doveva aspettare che l’imputato fosse stato in grado di venire senza ambulanza. In ogni modo, martedì verrà e chiederà scusa".

I familiari della coppia hanno espresso qualche malumore per il rinvio. «Forse c’è stata una forma eccessiva di zelo della corte – ha detto l’avvocato Giuliano Natalucci, legale di parte civile con i colleghi Francesco Linguiti e Silvio Verri –. I parenti però hanno fiducia. Anche alla prossima udienza i familiari saranno in aula, per testimoniare quanto sia importante per loro arrivare a una sentenza giusta. Nel fascicolo c’è tutto il necessario perché ci sia questo risultato».

p. p.

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