Omicidio di Pamela Mastropietro, gli avvocati di Oseghale. "Gli chiederemo di collaborare"

Il legale Gramenzi. "Il quadro si sta facendo schiacciante, è l’unico modo per poter sperare in un minimo beneficio"

Innocent Oseghale

Innocent Oseghale

Macerata, 14 marzo 2018 - «Parleremo con Innocent Oseghale, gli spiegheremo la situazione e cercheremo di spingerlo a dire la verità, l’unica cosa che può fare se vuole sperare di avere un qualche minimo, minimissimo beneficio». L’avvocato Umberto Gramenzi incontrerà domani mattina in carcere a Marino del Tronto il nigeriano Innocent Oseghale, accusato per la morte della diciottenne romana Pamela Mastropietro. Con lui il codifensore Simone Matraxia e un interprete di inglese, per essere certi che non ci siano fraintendimenti anche se il nigeriano parla un po’ di italiano.

Ieri alle 14.30, all’obitorio di Macerata, l’avvocato Matraxia ha accompagnato il tossicologo Claudio Cacaci a esaminare i resti della ragazza, perché potesse rendersi conto di come era stata ridotta Pamela. Con loro anche il medico legale incaricato dalla procura, il professor Mariano Cingolani dell’università di Macerata, per spiegare la condizione originaria del corpo, prima dei prelievi di tessuto fatti per l’autopsia. «Difficile fare valutazioni così – si è limitato a commentare il tossicologo Cacaci, uscendo dall’obitorio –. Questa indagine è un puzzle dove devono inserirsi tutte le tessere, l’analisi dei cellulari, le perizie del Ris e dei medici legali, per poter vedere un’immagine chiara».

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All’accertamento ha preso parte anche l’avvocato Gianfranco Borgani, che assiste un altro degli accusati, Lucky Desmond. I difensori di Oseghale hanno nominato anche un medico legale come consulente, il professor Mauro Bacci dell’università di Perugia. Sia il Ris di Roma che i medici legali con il tossicologo Rino Froldi hanno chiesto una ulteriore proroga, di altri 15 giorni per questi ultimi, prima di depositare le conclusioni dei loro accertamenti. È trapelato però che il Dna di Oseghale era sul corpo della ragazza, e lui avrebbe fatto delle dichiarazioni con le quali avrebbe ammesso le sue colpe, parlando con la compagna in carcere.

«Ma questo non significa che sia lui ad averla uccisa – precisa l’avvocato Gramenzi –. Oseghale potrebbe essere uscito dalla mansarda per spacciare marijuana, lasciando sul letto lei che non si è più ripresa. Inoltre per ora lui è in carcere solo per vilipendio di cadavere, perché è stato lui a portare i due trolley a Casette Verdini, ma sono Awelima Lucky e Lucky Desmond a essere detenuti con l’accusa di omicidio, appena confermata anche dal tribunale del riesame. Per ora Oseghale ha fatto solo parziali dichiarazioni, sull’incontro con Pamela, neppure del tutto concordanti. Nell’incontro che faremo domani gli spiegheremo il quadro che si sta delineando, che si sta facendo schiacciante. Se è disponibile a dire come sono andate le cose, raccontando la verità, credo che per tutti sia la cosa migliore. Prima dice cosa è successo davvero, prima può sperare di avere qualche minimissimo beneficio». Finora, tanto lui quanto gli altri arrestati hanno sempre negato tutto. 

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