
I due. sono stati rinviati a giudizio. Il processo inizia il 6 maggio
Sparatoria in strada, dopo un inseguimento partito da Staffolo e terminato a Cervidone di Cingoli: rinviati a giudizio un pastore 46enne di origini sarde, Marzo Carzedda, e un 37enne tunisino, Hamza Guesmi alias Hamza Gasmi, accusati di tentato omicidio. Ieri i due, davanti al gup Daniela Bellesi, sono stati rinviati a giudizio al 6 maggio. L’episodio era avvenuto nel pomeriggio del 25 novembre a Staffolo, dove vivono i due.
Secondo quanto era stato ricostruito, cinque tunisini si sarebbero presentati nell’ovile del pastore e se la sarebbero presa con un connazionale che era al lavoro lì. All’origine di tutti, secondo quanto ricostruito, la restituzione della somma di 3mila euro. Dopo averlo colpito, si sarebbero accaniti con le mazze da baseball contro una Jeep. Il tunisino avrebbe allora chiamato Carzedda, che sarebbe accorso e avrebbe caricato il dipendente nel furgone per inseguire i cinque. Verso Cingoli, i due gruppi si sarebbero incrociati e Carzedda si sarebbe messo alle calcagna degli altri. Arrivati a Cervidone, sempre secondo quanto era stato ricostruito, il tunisino si sarebbe sporto dal furgone, e con un fucile avrebbe sparato due colpi: uno ha attraversato l’abitacolo uscendo dal parabrezza, un altro avrebbe colpito alla schiena uno dei nordafricani, perforandogli il polmone. I cinque a quel punto si sarebbero diretti a tutta velocità all’ospedale di Cingoli, e da lì il ferito era stato portato d’urgenza ad Ancona, dove era stato sottoposto ad un intervento chirurgico.
L’episodio sarebbe legato ad una somma di denaro pretesa come risarcimento. Nel novembre scorso la procura aveva chiuso le indagini, contestando ai due il reato di tentato omicidio. Carzedda, che è difeso dall’avvocato Roberto Regni, aveva negato tutto.
Non si sarebbe accorto che il dipendente avesse il fucile, e appena quello aveva sparato lui si sarebbe fermato. Avrebbe inoltre accompagnato i militari dal tunisino, non avrebbe alcun rapporto con i cinque e non saprebbe nulla dei motivi di attrito tra i nordafricani. Il tunisino Guesmi è difeso dall’avvocato Alessandro Genovali.