Macerata, 5 giugno 2021 - Alla data del 30 maggio in provincia di Macerata risultano ancora non vaccinati contro il Covid ben 3.042 ultraottantenni e 4.955 persone d’età compresa fra i 70 e i 79 anni. In tutto sono poco meno di ottomila (7.997) e costituiscono una porzione significativa di questa parte della popolazione considerata fragile e a maggior rischio: sono il 13,3% dei poco più di 60mila ultrasettantenni residenti in provincia. E – purtroppo – secondo i dati del Servizio prevenzione dell’Asur siamo anche la provincia messa peggio.
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In provincia di Ancona i non ancora vaccinati sono 3.736 (334 over 80 e 3.402 quelli d’età compresa tra i 70 e i 79 anni), in quella di Ascoli 3.898 (1.168 e 2.730), in quella di Fermo 3.343 (1.092 e 2.251), in quella di Pesaro-Urbino 6.284 (2.094 e 4.190). I medici di medicina generale hanno somministrato in tutto 103.313 vaccini: 38.394 in provincia di Ancona, 9.495 in quella di Ascoli, 19.700 in quella di Fermo, 16.061 in quella di Macerata e 19.663 in quella di Pesaro-Urbino. E proprio a loro si rivolge la dirigente Asur Lucia Di Furia. In una nota, infatti, dopo aver sottolineato come presto ci sarà il graduale passaggio dalle vaccinazioni effettuate in maniera centralizzata a quelle effettuate in modo più capillare e prossimo ai cittadini, evidenzia l’importanza di "completare l’immunizzazione delle categorie più fragili". In questa fase, dunque, proprio i medici di base possono svolgere un’attività rilevante e strategica, cioè somministrare il vaccino ai "soggetti più fragili ancora indecisi, che possono trarre benefici grazie all’intervento di prossimità, a partire dalle persone con 80 e più anni per successivamente comprendere quelle con 70-79 anni".
A questo scopo saranno messe a disposizione dei medici di medicina generale tutte le dose disponibili del vaccino monodose Janssenn (Johnson&Johnson) che risulta più maneggevole. "Noi abbiamo sempre dato il massimo della disponibilità", afferma Romano Mari, presidente dell’Ordine provinciale dei medici. "Per quanto riguarda i miei assistiti compresi in queste fasce d’età, la stragrande maggioranza è stata vaccinata, sono pochi i casi rimasti fuori. Alcuni, ma pochi, hanno rifiutato di vaccinarsi, altri hanno chiesto lumi su come prenotarsi o come potersi vaccinare, anche se in ritardo. Ma c’è anche chi non si è ancora vaccinato perché ha contratto il Covid e magari è ancora in una situazione di attesa". Chi è uscito dal Covid, in effetti, si è sentito ormai al sicuro, e non ha pensato più al vaccino.
Sicuramente un contributo rilevante nel determinare questo folto gruppo di non vaccinati lo ha dato l’impatto mediatico, specie nella prima fase, a marzo, delle notizie riferite al vaccino AstraZeneca che era quello – guarda caso – previsto proprio per le fasce più anziane della popolazione. Alcuni hanno avuto paura, altri sono stati sconsigliati anche da figli scettici, e così non pochi hanno deciso di non vaccinarsi, magari rinviando ad altro momento. Poi, però, non se ne sono più preoccupati e il miglioramento della situazione (contagi in calo, ricoveri in diminuzione, meno morti, ecc.) li ha spinti a rinunciare, ritenendo che – ormai – il vaccino non serve più. C’è anche una parte di anziani soli che, semplicemente, sfugge anche ai sofisticati sistemi di intercettazione della sanità. E, ovviamente, anche tra gli anziani non mancano i no vax.
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