MATTEO PORFIRI
Cronaca

Le liste d’attesa infinite. Ma ora ti consola il Cup: "Vedrà che ce la faremo"

La Cisl di Ascoli: operatori del Centro unico di prenotazione dell’Ast costretti a fare telefonate di incoraggiamento agli utenti rimasti senza appuntamento "Devono anche rilasciare un modulo prestampato con nome e cognome".

Gli operatori del Cup dovranno fare telefonate di consolazione (foto d’archivio)

Gli operatori del Cup dovranno fare telefonate di consolazione (foto d’archivio)

"Vedrà che riusciremo ad accontentarla". Oppure: "Sarà un’attesa di pochi giorni, comprendo il suo stato d’animo, ma le garantisco che faremo il possibile". Suonano più o meno così alcune delle "frasi consolatorie" che gli operatori del Cup (il centro unico di prenotazione), secondo il sindacato, sono "obbligati" a rivolgere agli utenti che finiscono nel girone dantesco delle liste di attesa. A denunciare la situazione è Giorgio Cipollini, responsabile territoriale per il Piceno della Cisl Funzione Pubblica. Sono frasi che, secondo il sindacalista, "sarebbero dette per illudere i cittadini ed evitare che gli stessi si arrabbino per i lunghi tempi da sopportare affinché ci si possa sottoporre a una prestazione sanitaria". Nel mirino della Cisl, poi, anche il nuovo servizio organizzato dall’Ast (azienda sanitaria territoriale) di Ascoli, quello relativo alla "presa in carico", finalizzato proprio a lenire gli effetti delle liste di attesa. "Nel momento in cui non è possibile garantire all’utente la prestazione sanitaria nei tempi previsti o addirittura a causa delle liste chiuse, se il malcapitato lo desidera, può essere inserito in una lista di ‘presa in carico’ – spiega Cipollini –. In questo caso, l’operatore rilascia un modulo prestampato nel quale sono riportati i termini entro i quali l’utente dovrebbe essere richiamato per la prestazione. Su questo modulo sono anche riportati il nome del dipendente che effettuerà questo servizio, nonché il recapito telefonico. Paradossale è la circostanza che l’azienda sanitaria, in dispregio alla normativa, abbia individuato quale responsabile del procedimento un dipendente inquadrato nella categoria ‘B’ (di esecutore amministrativo)". Ma c’è di più. "Il mancato rispetto, nella quasi totalità dei casi, di ogni termine di scadenza contemplato ha comprensibilmente scatenato le ire dell’utenza – aggiunge Cipollini –, che si riversa sugli incolpevoli operatori individuati nominalmente e indebitamente comunicati alla collettività, sempre in gravissimo dispregio alla normativa. Se aggiungiamo, poi, che questi incolpevoli operatori sono stati invitati a effettuare telefonate ‘consolatorie’ a causa del mancato rispetto degli impegni assunti da parte dell’azienda sanitaria, tutta la situazione appare ancora più grottesca anche per i risvolti che bene si possono immaginare". A proposito delle cosiddette frasi "consolatorie", il sindacalista riferisce che "gli operatori sono stati obbligati a voce, senza alcuna indicazione scritta, a comportarsi in questo modo: ciò rappresenta una presa in giro che gli utenti non meriterebbero affatto. Se si considera, poi, che gli addetti del Cup sono pochissimi – conclude il responsabile territoriale della Cisl Fp –, ben si comprende quanto l’ultima iniziativa, quella della ‘presa in carico’, possa avere aggravato una situazione già di per sé paradossale".