
Tra i quattrocento prof universitari italiani che si sono dichiarati contrari all’uso del Green pass per accedere e insegnare all’Università ci sono 8 tra ordinari, associati e ricercatori che insegnano a Unimore. Molti di loro sono docenti di lungo corso mentre altri sono giovani ricercatrici e ricercatori di varie discipline. Come si ricorderà da giorni questo appello stava girando tra i firmatari, ma è esploso sulla rete, generando molte polemiche, perché l’ha firmato una star della divulgazione come il professor Alessandro Barbero, popolarissimo storico.
I 400 contrari al Green pass hanno sollevato molti dubbi per la necessità di avere il documento verde per accedere all’università. Gli 8 prof modenesi che hanno firmato hanno appunto "gradi" differenti all’interno di Unimore. Ci sono prof ordinari - i titolari delle discipline insomma - come Albertino Bigiani che insegna fisiologia, Cesare Giacobazzi docente di letteratura tedesca, Massimo Montanari, titolare di diritto commerciale. E poi ci sono gli associati, ossia Franco Ghelfi di chimica organica, Stefano Boni che insegna antropologia oltre a ricercatori come Laura Arru (fisiologia vegetale), oltre al dottorando Marco Bertani e alla docente a contratto Letizia Veronesi. Naturalmente il Green pass non è obbligatorio in Italia - anche se non possederlo limita la vita pubblica - e ogni opinione sul tema di questo certificato temporaneo che si ottiene anche con esenzione media o tampone recente è legittima. Questi docenti infatti spiegano che l’obbligo del documento per accedere all’università contrasta a esempio con la Costituzione: "Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge" spiega il documento sottoscritto dagli insegnanti universitari. Nel testo firmato si ribadisce che le università sono luoghi di inclusione e occorrerebbe evitare discriminazioni o penalizzazioni anche per studenti (il documento è obbligatorio anche per loro) e personale amministrativo. Citato anche il regolamento europeo sul green pass, secondo cui "è necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che hanno scelto di non essere vaccinate".
"Molti hanno liberamente scelto di sottoporsi alla vaccinazione convinti della sua sicurezza ed efficacia. Tutti noi firmatari però reputiamo ingiusta e illegittima la discriminazione introdotta ai danni di una minoranza". Anche il rettore Carlo Adolfo Porro si esprime sul tema: "Il nostro ateneo è impegnato ad applicare i provvedimenti di legge in maniera rigorosa. Non riteniamo di dover commentare iniziative personali di nostri docenti e collaboratori che, in piena libertà, hanno ritenuto di sottoscrivere un appello. L’Università è un luogo di confronto di idee e, in quanto tale, garantisce ad ognuno piena autonomia intellettuale, fermo restando il rispetto delle normative che, si ribadisce, è di fondamentale importanza, specie quando attiene la tutela della salute pubblica".
Stefano Luppi