Alice Neri, la madre porta fiori sulla terra bruciata: "Desiderava essere lì”

Patrizia Montorsi accompagnata per la prima volta dall’altro figlio nel campo di Fossa in cui è stato trovato il corpo della ragazza Matteo è sicuro: "Mia sorella non faceva uso di droga e la versione del principale sospettato Mohamed non mi convince"

Modena, 10 febbraio 2023 – Si sono stretti in un abbraccio tra la desolazione della campagna, in una mattina gelida, riscaldata dai fiori e dai peluches che le persone hanno portato lì, in memoria di Alice Neri. Ieri Patrizia Montorsi e Matteo - rispettivamente mamma e fratello della 32enne di Ravarino trovata carbonizzata il 18 novembre scorso nel baule della sua auto a Fossa di Concordia - sono stati in via Griffona. Erano da poco passate le 10.30 quando, accompagnata dal figlio Matteo, la mamma di Alice si è fermata a pochi metri dal luogo del tragico rogo. A quasi tre mesi dalla tragedia, Patrizia ha visto per la prima volta la zona e il punto esatto dove la Ford Fiesta di Alice è stata data alle fiamme.

Visibilmente emozionata, con il cagnolino al guinzaglio, ha deposto un vaso di rose bianche e rosa. Nell’isolamento del luogo, la donna, ha chiesto di essere lasciata sola con la sua "bambina" e di non voler parlare con nessuno. Ha sfogliato e letto i vari biglietti lasciati dai tanti occasionali visitatori, spinti dalla compassione e dalla sensibilità umana. Poi a mani nude ha spianato la terra incenerita dove ha collocato il vaso di fiori da cui sporgeva il biglietto con su scritto "Love". L’amore infinito di una mamma per la figlia che non tornerà più s’è concretizzato disegnando un cuore attorno al recipiente dei boccioli e poi, raccogliendo alcuni rametti, realizzando una croce, poggiata dolcemente a terra. Matteo non solo un fratello per Alice ma, come lui stesso ha sempre ricordato, confidente e "porto sicuro" a cui sempre approdare nei momenti del bisogno, ha sostato seduto su quella terra, per quasi un’ora in raccoglimento. Prima di andare via Matteo ha lasciato sul posto un accendino e una sigaretta, di quelle preferite dalla sorella Alice.

"E’ stata molto dura per mamma – commenta Matteo -. Già da qualche tempo aveva espresso il desiderio di andare dove Alice è stata trovata. Per un po’ ho tergiversato, volevo proteggerla da un ulteriore dolore, ma poi ho capito che era giusto rispettare il suo volere. E’ rimasta in silenzio, poi in macchina è crollata. Al funerale sarà ancora più duro, per tutti. La sera prima ho avvertito Nicholas: non è potuto venire perché era impegnato con il lavoro. Stanno dicendo tante cose su mia sorella, per screditarne l’immagine. L’esame tossicologico avrebbe evidenziato la positività alla cocaina: continuo a escludere che Alice ne facesse uso. Mia sorella soffriva di ansia e si curava per questo nell’ambito del percorso psicoanalitico che aveva intrapreso. Se aveva una ‘dipendenza’ era da un prodotto per il raffreddore che sempre si spruzzava nelle narici. Poi quella sera non c’ero e ovviamente non posso sapere con certezza quello che è accaduto".

Matteo Marzoli ha molti dubbi anche in merito a quanto affermato dal cognato di Mohamed Gaaloul, ossia che sarebbe stata la giovane a fare scendere il tunisino (principlae indagato per omicidio) a cui aveva dato un passaggio in mezzo alla campagna perchè temeva che dietro ci fosse una macchina che li stava seguendo, forse il marito. "Dicono che un’auto seguisse mia sorella? Dove sono le immagini delle telecamere? Se hanno localizzato Alice, perché non anche la macchina che pare la seguisse? Nelle immagini del caseificio c’è solo la Ford Fiesta: possibile che Mohamed sia stato scaricato proprio nell’unico punto in cui non c’erano telecamere? Mi pare che tra le versioni di Gaaloul e del cognato ci siano delle incongruenze".