Alice Neri e quei versi di Shakespeare: l’ultima lettera, poi il massacro

La giovane mamma ammazzata inviò una poesia d’amore al terzo uomo. Non si esclude un incontro tra i due

Concordia (Modena), 10 marzo 2023 – “Ma tu chi sei, che avanzando nel buio della notte, inciampi nei miei più segreti pensieri"? Una lettera con una citazione di William Shakespeare – ’Romeo e Giulietta’ – e una catenina con una piuma nera. È questo l’ultimo ricordo e, probabilmente, gesto d’amore che Alice Neri, la giovane mamma di Rami di Ravarino, nel modenese, brutalmente uccisa la notte del 17 novembre a Concordia, avrebbe dedicato a quello che tutti indicano come ’il terzo uomo’.

Parliamo del collega di lavoro – che mai è stato iscritto nel registro degli indagati – che aveva postato su Facebook una citazione biblica, subito cancellata il giorno stesso del ritrovamento del corpo della vittima. Nell’armadietto di Alice i carabinieri avevano trovato poi numerose lettere d’amore, scritte di proprio pugno dall’uomo, ma anche una catenina che aveva regalato alla giovane mamma ed una foto che li ritraeva insieme.

Il primo piano di Alice Neri. A fianco, Mohamed Gaaloul, ripreso da una telecamera a Concordia
Il primo piano di Alice Neri. A fianco, Mohamed Gaaloul, ripreso da una telecamera a Concordia

Seppur non indagato, appunto, emerge ora uno scenario inquietante che coinvolgerebbe l’uomo. Infatti il giorno del delitto, la mattina del 17 novembre, il collega sarebbe uscito prestissimo di casa così come la vittima: non si esclude che i due si siano incontrati. Ma c’è di più perché – secondo una fonte che chiede di restare anonima e intervistata dal giornalista Alessandro Politi di ’Storie Italiane’ – sempre il pomeriggio del 17 novembre Alice avrebbe inviato diversi messaggi al collega. Messaggi contenenti anche alcune foto che la fonte indica come intime, provocatorie, che la vittima avrebbe inviato al collega dall’interno dell’azienda.

"Non lo ha detto ai carabinieri – spiega la persona che intende mantenere l’anonimato – le ha cancellate forse perché voleva salvaguardare l’immagine di Alice. Il giorno prima lui le aveva detto che tra loro non ci poteva essere altro che amicizia". Quel giorno, giovedì pomeriggio, prima di recarsi nell’ormai noto bar di Concordia con l’altro collega e terzo indagato per l’omicidio, Marco Cuccui, Alice si sarebbe diretta verso un bar di San Prospero con un altro amico e lo stesso collega (il terzo uomo) sarebbe passato davanti al locale, forse per controllarla. Una figura enigmatica, in un delitto tanto atroce quanto, ancora, misterioso.

Ieri, intanto, è stato trovato quello che pare essere un altro reperto importante. Infatti i parenti della vittima, che si sono recati sul posto insieme alla criminologa Cristina Sartori, hanno rinvenuto sul luogo dell’omicidio, nelle campagne di Fossa di Concordia un frammento bruciato. Si tratterebbe di un pezzo di plastica della vettura che potrebbe contenere un frammento osseo. Il reperto in questione è stato sequestrato e inviato per essere poi analizzato al dottor Gatto, consulente del pm.

L’avvocato Roberto Ghini, che difende Mohamed Gaaloul, il tunisino e principale indagato per l’omicidio della giovane mamma, ha invece depositato la richiesta di incidente probatorio affinchè vengano analizzati i jeans trovati nell’abitazione dell’indagato. I pantaloni, infatti, secondo la difesa sarebbero gli stessi che il 29enne indossava la sera del delitto. Gaaloul era stato ripreso dalle telecamere dello Smart Cafè con addosso jeans sporchi di vernice e con diverse pieghe: gli stessi che – nelle immagini del 18 novembre mattina, indossa mentre alle 10.28, qualche ora dopo il delitto, cammina nella rotatoria di Concordia, immortalato dagli occhi elettronici.