STEFANO MARCHETTI
Cronaca

Antonio e Cleopatra, il mito. Amore, lussuria e potere

Grande successo l’altra sera al Teatro Storchi per la prima della produzione Ert. Nella visione di Valter Malosti un volo fra generi, dalla commedia alla tragedia.

Antonio e Cleopatra, il mito. Amore, lussuria e potere

Danza, danza Cleopatra al ritmo quasi ipnotico di una musica dagli echi orientali. Volteggia, piroetta su se stessa come uno dei dervisci rotanti, e il plissé del suo abito di seta risplende di mille colori. Gira, gira, Cleopatra, perché tutto gira intorno a lei: l’amore, la passione, la gelosia, l’odio, la politica, la guerra. Donna di cuori, di eros e di dolori, amante conturbante, nel potere della bellezza. Nessuno può dirle di no, tantomeno il suo Antonio, il proconsole romano, il condottiero senza paura che davanti a lei diventa come un bimbo nella stanza dei giocattoli.

Antonio e Cleopatra sono due miti della storia, della letteratura e anche del cinema, due figure iconiche che Valter Malosti ha riportato in scena nel testo di William Shakespeare che innerva la nuova produzione di Emilia Romagna Teatro che ha debuttato con grande successo l’altra sera al teatro Storchi. Malosti ha curato la traduzione dell’opera insieme a Nadia Fusini, ne firma la regia e va in scena come protagonista, accanto ad Anna Della Rosa, elegante e conturbante regina d’Egitto. "Antonio e Cleopatra è un meraviglioso poema filosofico, mistico e alchemico che santifica l’eros, che gioca con l’alto e il basso, scritto in versi che sono fra i più alti ed evocativi di tutta l’opera shakespeariana", annota Malosti. Ed è vero. Antonio, il gran capitano, è diventato "il mantice e il ventaglio che rinfresca i bollori di una zingara lussuriosa", perso nell’amore verso Cleopatra. Diventa perfino grottesco in questo rincorrere un eros scatenato e senza misura. Mentre a Roma Ottaviano congiura contro di lui, e via via farà affiorare la forza del potere e il bisogno di ordine, del "massimo ordine".

Nella visione di Valter Malosti, dunque, si vola fra i generi teatrali, il comico e il tragico, l’ironia e la poesia: all’inizio i due amanti sembrano i personaggi di una sitcom tv, con tanto di risate registrate a comando, alla fine verranno travolti dalla tragedia e saranno uniti per sempre. Emerge ancor più l’eccellenza di tutto il cast, chiamato a un’impegnativa prova d’attore. Antonio – con il volto di Malosti – è il guerriero diviso fra amore e res publica, Cleopatra – stroardinaria Anna Della Rosa – la regina volitiva e tormentata, Enobarbo (Danilo Negrelli) il luogotenente che è quasi l’alter ego di Antonio, ma lo tradirà, Cesare Ottaviano (Dario Battaglia: era Valentine in ’Lazarus’) il giovane e poderoso comandante che vincerà la battaglia di Azio e diverrà padrone assoluto, Eros (Dario Guidi) è l’amor che muove tutto. La scena quasi metafisica di Margherita Palli, i costumi di Carlo Poggioli (con i soldati romani che alla corazza abbinano una redingote quasi napoleonica), l’ambiente sonoro creato da Gup Alcaro e alcune scelte di regia (come l’immagine di Cleopatra che, come Marlene, si accende una sigaretta davanti allo specchio) ci portano fuori dal tempo, oltre i confini della storia romana. Perché nella vicenda di Antonio e Cleopatra – e in quasi due ore e mezza di intensa, profonda narrazione – si concentrano e si condensano tutti i volti del potere, dell’ambizione e dei misteri dell’animo.

Un messaggio che è arrivato al pubblico dello Storchi che ha tributato lunghi, calorosi applausi alla prima dell’altra sera: lo spettacolo verrà riproposto fino a domenica 14, poi partirà in tournée per l’Italia e concluderà le repliche in giugno al Piccolo Teatro di Milano.