Coronavirus, rientrati i modenesi. "Ora ci sentiamo al sicuro"

Sono rientrati a Pratica di Mare anche i cinque tecnici che erano bloccati a Wuhan da due settimane per il rischio contagio

’aereo militare atterrato ieri a Pratica di Mare (Roma) con i 56 italiani a bordo

’aereo militare atterrato ieri a Pratica di Mare (Roma) con i 56 italiani a bordo

Modena, 4 febbraio 2020 - Michel Talignani, site-manager 59enne di System Ceramics, è rientrato in Italia insieme agli altri quattro colleghi (tre modenesi ed un reggiano) dopo le quasi due settimane di attesa in albergo a Wuhan, la città cinese divenuta malauguratamente famosa per via del Coronavirus.

Fra i 56 connazionali che ieri sono atterrati con un aereo militare (foto) a Pratica di Mare (Roma) c’era infatti anche il gruppo di emiliani, due dei quali in Cina da inizio gennaio, mentre gli ultimi tre (e tra questi proprio Talignani) sono rimasti bloccati al loro arrivo, ovvero il 22 gennaio scorso, proprio mentre il Coronavirus diventava questione globale.

Da un esilio precauzionale dentro l’hotel, a quello che per 14 giorni dovranno affrontare proprio nel Lazio, in attesa che tutti gli esami del caso escludano in via definitiva la possibilità di un contagio: il respiro di sollievo ieri c’è stato.

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Ad assicurarlo è Valeria Corni, moglie di Talignani, il quale, con i suoi video diffusi attraverso i media, ha dato testimonianza diretta di una Wuhan deserta ed in quarantena, anche quando la notizia del virus non aveva ancora scalato le classifiche delle notizie più lette.

"Sì, sono atterrati, finalmente questa vicenda sta finendo – spiegava ieri mattina Corni, che nei giorni scorsi ha più volte puntato il dito contro il silenzio, anche del governo, sui tempi di rientro di suo marito e degli altri connazionali –. Andrò a Pratica di Mare? A meno che non sia Michel a chiedermelo, direi proprio di no. Ho sposato un trasfertista, dunque riesco ad affrontare questa distanza con maggiore distacco. Sono in Italia e stanno bene, nessuno per il momento ha sintomi. Sono queste le cose che più contano".

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Paolo Ghiddi, il reggiano tra i cinque emiliani rientrati commenta: "Mi sembra di rinascere. Ora ci sentiamo al sicuro". Sempre nella giornata di ieri, il presidente della Provincia Gian Domenico Tomei ha scritto al Console generale della Repubblica popolare cinese a Milano Xuefeng Song, assicurando un contatto costante con le associazioni degli imprenditori cinesi in città e la disponibilità a collaborare per far fronte alle eventuali esigenze di materiale medico.

Enrico Aimi, senatore e capogruppo in Commissione Affari Esteri per Forza Italia, che nei giorni scorsi si è attivato con la Farnesina per permettere il rientro dei connazionali, esprime infine parole critiche su come il nostro Paese ha gestito il ritorno in Italia dei connazionali: "Non possiamo non evidenziare le criticità sull’intera vicenda che – dice Aimi – avrebbe potuto essere gestita molto meglio e con maggiore tempestività. Al netto dei toni trionfalistici per l’isolamento del virus, siamo tutt’altro che tranquilli. Politicamente assistiamo al puerile tentativo di minimizzazione da parte del governo italiano, probabilmente per questioni legate alla conversione sulla Via della Seta del ’nuovo corso’ della nostra politica estera filocinese", sostiene il senatore forzista.