
Renzo Po
Carpi, 28 aprile 2018 - Ha vissuto gli ultimi dieci anni della sua vita da solo, senza nè parenti nè amici, di badanti non ne voleva neanche sentir parlare.
Ma il pensiero che nessuno sarebbe venuto a mettere un fiore sulla sua tomba lo angosciava e così, nel testamento, ha pianificato tutto: ha lasciato il suo appartamento in eredità al Comune chiedendo in cambio all’amministrazione di occuparsi della manutenzione della tomba e di mettere fiori freschi una volta all’anno.
Renzo Po è morto nell’agosto scorso all’età di 87 anni e solo alcune settimane fa il Comune ha scoperto, tramite il notaio, di essere erede di un appartamento nella palazzina di pregio all’angolo tra via Tre Febbraio e via Berengario.
Oltre all’immobile, l’anziano aveva titoli e denaro che andranno in eredità all’Associazione malati oncologici.
«É stata una bellissima sorpresa –commenta la presidente di Amo Franca Pirano – purtroppo non abbiamo potuto conoscere questo signore, a cui siamo grati. Utilizzeremo l’eredità per le nostre donazioni all’ospedale o per sostenere l’associazione».
La cifra esatta non è ancora ufficiale, «dovrebbe essere circa 40-45mila euro ma non siamo sicuri» spiega Pirano.
Dopo la morte della madre con cui viveva in una grande casa di campagna, Renzo Po ha deciso di trasferirsi in un appartamento più piccolo al piano terra della palazzina. Usciva di casa tutte le mattine alle 8 per andare a fare la spesa e rientrava alle 9.45. Dava da mangiare ai gatti, ogni tanto chiamava il taxi per andare in banca. Nel giugno dell’anno scorso, due mesi prima di morire, cadde in casa e e fu salvato da una vicina che, non vedendolo uscire, chiamò i carabinieri. Po non riusciva ad alzarsi e stava morendo di stenti. Poi si riprese e voleva continuare a vivere da solo: «Una badante? Non ne ho bisogno» disse.