Esplosione a Mirandola, due morti. Il clandestino aveva già colpito

Altre tre persone versano in gravi condizioni, venti gli intossicati. Salvini tuona: "Si è finto minorenne". Oggi arriva il sottosegretario all'Interno Molteni

Nel riquadro il giovane marocchino arrestato (Fotofiocchi)

Nel riquadro il giovane marocchino arrestato (Fotofiocchi)

Mirandola (Modena), 22 maggio 2019 - Sono stati tutti dimessi i pazienti coinvolti nell’incendio di ieri alla palazzina di via Roma a Mirandola e poi assistiti al pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria Bianca. Lo stesso ospedale in cui due ore prima della tragedia era stato anche il 18enne nordafricano che poi ha appiccato il fuoco nella sede dei vigili: il giovane era andato al pronto soccorso in stato di agitazione, dicendo di avere freddo: era stato preso in carico ma poi si è staccato la flebo da solo ed è sparito.

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Si presume sia andato subito dopo al vicinissimo comando della Municipale per mettere in atto il piano diabolico. Di lui non si conosce con certezza l’identità.

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La sede dei vigili devastata (Fotofiocchi)
La sede dei vigili devastata (Fotofiocchi)

Fermato a Roma il 14 maggio, affermava di essere un algerino del 1999. L’altra notte ai carabinieri ha invece riferito di essere un marocchino minorenne ma l’accertamento auxologico disposto dalla Procura ha rilevato una maggiore età, seppure da poco tempo. Avrebbe quindi 18 anni e da quello che hanno ricostruito le forze dell’ordine sarebbe presente in Italia da un anno e tre mesi: già accompagnato al confine a Ventimiglia per lasciare l’Italia, era rientrato da clandestino. Ha poi collezionato tante piccole denunce a Roma: avrebbe un precedente specifico, cioè per danneggiamento, ai danni di una delle caserme dei carabinieri di Roma. Insomma, colpire le istituzioni, pare fosse per lui un ‘vizio’. Una settimana fa gli era stato notificato l’ordine di allontanamento dall’Italia: aveva una settimana per andarsene e il 20 maggio era quindi scattato l'ordine di espulsione. Ma lui ha invece deciso di venire a Mirandola dove forse ha qualche amico. 

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Il Viminale, in tarda serata, ha fatto sapere che «il giovane marocchino ritenuto responsabile dell’incendio non poteva essere allontanato dal territorio. Al momento della notifica del decreto di espulsione della questura di Roma lo scorso 14 maggio aveva infatti espresso l’intenzione di chiedere asilo. Per questo motivo non è stato allontanato dall’Italia». Il Viminale aggiunge che «ora lo aspetta il carcere». «Sarà infatti sottoposto – continua la nota – alla procedura accelerata di esame della sua istanza di protezione internazionale secondo quanto stabilito dal Decreto Sicurezza, esattamente come per il nigeriano richiedente asilo che stamattina a Torino ha staccato un dito a un poliziotto».

La prima apparizione nella città dei Pico dello straniero è proprio quella di ieri all’ospedale, arrivato infreddolito e in stato di agitazione. Ma da qui è fuggito. Il resto è cronaca. «Quando è arrivata la chiamata alle 2.50 abbiamo attivato tutti i medici reperibili – ha detto il direttore del dipartimento di emergenza-urgenza Stefano Toscani che ha coordinato i soccorsi – Purtroppo si è messa in moto la stessa macchina che si attivò in occasione del sisma. Abbiamo allertato tutti gli ospedali del territorio e abbiamo gestito dapprima a Mirandola una ventina di pazienti intossicati in codice giallo e rosso. Abbiamo attivato gli elicotteri che hanno trasportato i feriti gravi a Ravenna (il marito della anziana deceduta, ndr) e a Fidenza. C’erano anche sei bambini».

Arriva il sottosegretario Molteni

Dopo l'incendio che ha colpito la sede della Polizia locale di Mirandola, il sottosegretario all'Interno, Nicola Molteni, visiterà oggi alle 16 i locali andati a fuoco accompagnato dal prefetto di Modena, Patrizia Paba, del sindaco Maino Benatti e del comandante dei vigili di Mirandola. Successivamente, Molteni sarà in Prefettura a Modena per un incontro con prefetto, questore, comandanti provinciali dei carabinieri, della guardia di finanza e dei vigili del fuoco, sindaco e presidente della provincia di Modena, ed anche con i comandanti della polizia municipale e provinciale di Modena.