Gratia Plena, in piazza per Saltini: "Fermiamo la macchina dell’odio. Ci sono dei limiti al dissenso"

I sostenitori dell’artista aggredito si sono ritrovati davanti alla chiesa che ospita la mostra della discordia. Il sindaco Bellelli: "Chi conosce Andrea sa quanto questo livore lo abbia profondamente ferito"

Gratia Plena, in piazza per Saltini: "Fermiamo la macchina dell’odio. Ci sono dei limiti al dissenso"

Gratia Plena, in piazza per Saltini: "Fermiamo la macchina dell’odio. Ci sono dei limiti al dissenso"

Modena, 8 aprile 2024 – #siamotuttiandreasaltini: oltre cento persone hanno risposto all’appello lanciato dopo l’aggressione subita dall’artista lo scorso 28 marzo da uno sconosciuto (ancora ricercato dalla) che ha anche vandalizzato con un coltello la tavola ‘Inri – San Longino’. Alle 17.30 amici, conoscenti, comuni cittadini si sono radunati davanti a Sant’Ignazio a Carpi, sede del Museo diocesano dove è allestita la mostra ‘Gratia Plena’. Muniti, come richiesto, di occhiali da sole e soprattutto animati dal desiderio di esprimere la loro vicinanza all’artista ferito e rivendicare il diritto di critica e la libertà di espressione, e di manifestazione del pensiero. Lo stesso Saltini, il giorno dell’aggressione, aveva rivolto un appello a tutti, auspicando che quello che era accaduto fosse occasione per dialogare e riflettere. Il primo a prendere la parola è stato il sindaco Alberto Bellelli: "Ero presente il giorno dell’inaugurazione (2 marzo, ndr). Ricordo l’orgoglio che ho provato vedendo il Museo diocesano gremito di persone, sentendo i commenti entusiasti dei visitatori. E ricordo il giorno dopo, l’articolo di denuncia su una testata on line, la pretesa di dare una lettura univoca alla mostra, l’esasperazione dei toni. Intanto sui social la macchina dell’odio e del fango marciava a pieno ritmo nei commenti di persone che nemmeno avevano visto la mostra delineato il cliché dell’artista senza scrupoli, che per fama e soldi, aveva turlupinato una diocesi ed il suo Vescovo. Chi conosce Andrea può immaginare quanto tutto questo livore possa avergli fatto male. Riflettere sui limiti del dissenso è quello che ci ha chiesto Andrea subito dopo l’accaduto, non per dimenticare, ma per capire. Pretendere che la critica nasca da chi è immune dal pregiudizio e si sviluppi nel riconoscimento reciproco è un ottimo punto di partenza. E con questi occhi, può capitare che anche un non credente come me, vedendo il ‘Longino’, possa commuoversi davanti ad un Cristo nudo, che si è fatto uomo, e dell’uomo finisce per patire e compatire la fragilità e la caducità". Sono poi risuonate le parole di ringraziamento di Saltini (a casa in convalescenza) lette da un amico: "Grazie a tutti. Nonostante le incomprensioni, gli insulti ingiustificati, dall’inizio di questa storia mi sono reso disponibile al dialogo, al confronto, con tutti. Come risposta ho ottenuto offese, minacce, querele, diffamazione, rosari riparatori, esorcismi e infine un’aggressione. Con l’invito ad abbassare i toni gran parte dei contestatori ha invocato il diritto a quella stessa libertà di espressione che in tutti i modi fino ad ora tentano di ostacolare: la mia libertà! Come artista sono incompreso: pace. Come uomo faccio del mio meglio per ritrovare fiducia nei rapporti con gli altri… riparare e riconciliare il mio cuore, per riportare al centro la normalità delle cose. Questo episodio mi ha insegnato che la cosa più difficile è accettare noi stessi, la nostra malvagità, la nostra tristezza, i nostri limiti. La brevità della nostra vita".