Modena, furto del Guercino, l'arrestato abita dietro la chiesa

In manette un 33enne marocchino che paga l'affitto alla Curia. L’opera sarebbe stata spedita in Marocco con un corriere

La polizia davanti alla chiesa

La polizia davanti alla chiesa

Modena, 28 aprile 2017 - Il furto della porta accanto. A poche ore dalla sparizione della Madonna con i Santi Giovanni Evangelista e Gregorio Taumaturgo, si erano ipotizzate le piste più disparate su chi potessero essere i ladri e dove potesse essere stato nascosto il capolavoro del Guercino datato 1639. Eppure l’opera, anche se per poco, si trovava con tutta probabilità nella casa dietro la chiesa da cui è stata trafugata nell’agosto 2014. Ieri mattina, su mandato di cattura internazionale emesso dalla polizia di Casablanca, gli agenti della squadra mobile di Modena hanno arrestato il marocchino Mustapha Tahir, 33 anni, operaio regolare, residente – ironia della sorte – nella palazzina che confina con la chiesa di San Vincenzo, in pieno centro. L’uomo, sposato e padre di due bambini, paga l’affitto alla Curia.

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Formalmente è accusato del reato di «associazione criminale dedita alla ricettazione» che in Marocco è punito con 20 anni di carcere: la corte d’Appello di Bologna dovrà presto decidere in merito all’estradizione del 33enne. Se l’accusa è di essere uno dei ricettatori dell’opera, il sospetto è che l’uomo sia anche l’autore del furto. Una porticina grigia, infatti, divide l’androne del palazzo in cui abita dalla chiesa. Proprio da questo passaggio il quadro - di notevoli dimensioni - sarebbe stato portato fuori dal luogo di culto, dopo essere stato staccato dalla cornice e arrotolato. E’ probabile che l’uomo abbia agito da solo. Secondo indiscrezioni – pare che il marocchino abbia fatto qualche ammissione – l’opera sarebbe poi stata spedita in Marocco tramite un corriere, nascosta in un tappeto. Tahir è quindi il quinto elemento della banda: altri quattro marocchini erano infatti stati arrestati nel febbraio scorso a Casablanca, caduti nella trappola della polizia che aveva avuto una soffiata e aveva mandato un agente sotto copertura - un finto collezionista - a comprare la tela che vale 6 milioni di euro. Secondo gli inquirenti marocchini, era chiaro che esisteva un basista a Modena.

L’indagine ha portato quindi in città, ma nessuno si aspettava che un membro della banda fosse un inquilino della diocesi. Pare che l’uomo frequentasse anche la chiesa, perché sposato con una donna italiana. Il parroco, don Gianni Gherardi, però, non ricorda di averlo mai visto: «Il nome e la faccia non mi dicono niente – spiega – qui passano tanti stranieri. Comunque prima del furto, nessuno mi aveva mai chiesto informazioni sul Guercino». L’uomo potrebbe essere venuto a conoscenza casualmente del prezioso tesoro esposto a pochi metri da casa sua. Di qui l’idea di rubarlo. «Siamo in contatto con l’ambasciatore a Rabat e il ministero dei beni culturali per portare il capolavoro in Italia il prima possibile», spiega il procuratore capo di Modena, Lucia Musti. La tela è fortemente danneggiata, ma recuperabile secondo i restauratori.