VALENTINA REGGIANI
Cronaca

Il mostro di Modena. Assassinata a 20 anni: "Ora riaprite il caso"

Otto femminicidi dal 1985 al 1995 e la pista del serial killer. La famiglia di una delle vittime chiede di analizzare i reperti.

Il ritrovamento di Anna Maria Palermo il 26 gennaio 1994, in un fosso di Corlo di Formigine

Il ritrovamento di Anna Maria Palermo il 26 gennaio 1994, in un fosso di Corlo di Formigine

di Valentina ReggianiMODENAEra giugno del 2019 quando il procuratore capo di Modena, il compianto Paolo Giovagnoli annunciò che sarebbe stato riaperto il caso del ‘Mostro di Modena’: i fascicoli digitalizzati erano in mano alla squadra mobile. Quel famigerato serial killer di cui si è parlato per trent’anni e oltre avrebbe ucciso almeno otto giovani donne, iniziando la sua ‘carriera criminale’ nel 1985 per terminarla con l’ultima giovane vittima, dieci anni dopo. Ora – dopo la chiusura di quel fascicolo in cui genitori, sorelle, parenti avevano riversato le ultime speranze –, la famiglia di una delle otto vittime chiede nuovamente di riaprire il caso e riprendere le indagini. L’appello parte dai genitori di Anna Maria Palermo, la giovane, all’epoca 20enne fu trovata morta il 26 gennaio 1994 in un fosso di Corlo di Formigine, nel Modenese, coperto da dieci centimetri d’acqua. A notare la salma era stato un passante che inizialmente aveva scambiato il cadavere per un manichino.

La famiglia, oggi residente a Carpi, ne aveva denunciato la scomparsa una settimana prima: la figlia era dipendente dalla droga ma non era mai sparita. Il suo corpo appariva martoriato da coltellate profonde ma accanto al cadavere gli inquirenti trovarono anche una pietra sporca di sangue. Un’altra era in bilico sulla gola della vittima: forse avevano tentato di annegarla.

Dopo i primi delitti di giovani donne, tutte ammazzate per strangolamento o accoltellate a morte tra Modena e provincia gli inquirenti ritennero che anche quell’atroce delitto potesse portare la ‘firma’ del serial killer modense: una figura enigmatica, sempre più sfumata. Per molti, infatti, gli assassini potrebbero essere più di uno.

La scia di morte iniziò con l’omicidio di Giovanna Marchetti: il suo corpo venne ritrovato a Baggiovara. Fu la 19enne la prima delle giovani donne uccise tra il 1985 e il 1995 nella provincia modenese: l’ultimo sangue versato forse per mano del mostro fu quello della 32enne Monica Abate. Ora, dopo 31 anni dal ritrovamento del cadavere della 20enne il legale della famiglia di Anna Maria, avvocato Barbara Iannuccelli, depositerà gli atti in procura. "Con la moderna scienza oggi è possibile analizzare i reperti elencati in ben tre pagine di verbale – afferma il legale. In particolare dagli atti emerge come Anna Maria avesse sugli avambracci lividi da afferramento e ferite da taglio sul petto. E’ probabile, quindi, che ad ucciderla siano state almeno due persone. Infatti vicino al corpo furono trovate due siringhe con due tipi di sangue diversi tra loro e non di Anna Maria – spiega ancora – e ne chiederemo la comparazione con alcuni soggetti attenzionati all’epoca: parliamo di almeno tre persone. C’è anche un fazzoletto con tracce di rossetto che non apparteneva alla giovane. In quegli anni la suggestione del serial killer fece si che tutto si fermasse: oggi siamo in grado di aggiungere un tassello con un punto di vista scientifico".