Medico aggredito dal paziente: "Allarmante, aumentano i casi. I giorni di malattia non si negoziano"

Coro di solidarietà per il professionista colpito perché ha prescritto solo due giorni invece di dieci. Danneggiato l’ambulatorio. L’Ordine: "Chi compie questi gesti penalizza se stesso e la comunità"

Aggressioni in aumento. Di fianco, Carlo Curatola, presidente Ordine dei medici

Aggressioni in aumento. Di fianco, Carlo Curatola, presidente Ordine dei medici

Modena, 17 aprile 2024 – È l’ultimo di una preoccupante lunga serie. Parliamo dell’episodio avvenuto nel distretto sanitario di Mirandola, dove un medico di medicina generale nei giorni scorsi è stato aggredito verbalmente e fisicamente da un paziente. Il motivo ricalca purtroppo una delle cause più frequenti di violenza contro i sanitari: il dottore si è rifiutato di ‘eseguire’ gli ordini dettati dal paziente. Quest’ultimo, un cittadino di origine straniero, pretendeva di fatto che il medico di base gli prescrivesse dieci giorni di riposo a fronte di una prognosi di due. A quel punto il paziente lo avrebbe minacciato e colpito.

Il medico dopo essersi fatto visitare e refertare al pronto soccorso, ha denunciato ai carabinieri di essere stato colpito sul volto dal paziente. Fortunatamente il sanitario non ha riportato ferite gravi. Da più fronti sono arrivate condanne circa quanto accaduto nell’ambulatorio. Non a caso, a fronte dell’escalation di violenza contro i sanitari il 12 marzo di ogni anno si celebra la Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari. "Chi aggredisce un medico arreca danni a se stesso e all’intera comunità, già in forte carenza di organico", rimarca il presidente dell’Ordine dei medici, chirurghi e odontoiatri di Modena Carlo Curatola. "Per gesti criminali come questo chiediamo tolleranza zero e l’applicazione rigorosa delle norme vigenti. Le forze dell’ordine devono procedere d’ufficio senza aspettare la denuncia della vittima". Entrando nel merito, "ricordo che la certificazione è un atto medico che non può essere contrattato: spetta solamente al medico che si prende cura direttamente della salute del paziente formulare la prognosi".

Curatola ricorda che nel 2017 l’Ordine dei medici ha istituito un osservatorio sulla violenza ai sanitari: l’osservatorio ha ricevuto due segnalazioni nel 2019, nessuna nel 2020, diciannove nel 2021, 36 nel 2022 e dodici l’anno scorso. "Quest’anno le segnalazioni sono già quattro (cinque con Mirandola) e tre di esse riguardano donne". Curatola cita quindi gli episodi di violenza avvenuti l’11 gennaio e il 23 febbraio scorsi. "Nel primo caso la collega, medico di famiglia, è stata insultata da un paziente che voleva un certificato di malattia. Nel secondo caso una giovane dottoressa di medicina generale è stata aggredita verbalmente e fisicamente da un paziente, che ha anche danneggiato gli arredi dell’ambulatorio, solo perché si era rifiutata di prescrivere degli esami. Il fatto che i pazienti se la prendano soprattutto con le colleghe è ancora più grave – afferma Curatola – È il sintomo di una mentalità che poi, nei casi estremi, sfocia nelle violenze sessuali e nei femminicidi".

A esprimere la propria vicinanza e quella di tutti i colleghi del Circolo Medico ‘M.Merighi’ al medico di famiglia è Nunzio Borelli, presidente del Circolo. "Chi scrive queste note è in servizio come medico di famiglia da oltre 42 anni, non è mai successo di assistere a questi episodi di aggressiv ità nei confronti dei sanitari. È una situazione molto grave che oltre a minare il rapporto medico paziente, crea un clima davvero teso che non giova a nessuno".

A intervenire è poi la direzione generale dell’Ausl. "È un atto gravissimo e incivile, che va condannato con la fermezza più assoluta. Come Comunità non possiamo permettere che accadano ancora questi episodi ai danni di professionisti che lavorano quotidianamente per il bene di tutti i cittadini". Il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli sottolinea infine che: "Siamo fortemente preoccupati per questa escalation di violenza contro i medici, che non risparmia ormai nessuna categoria di colleghi. Si tratta di un episodio gravissimo che è anche un campanello d’allarme".