Omicidio suicidio oggi Modena, zia si lancia col nipotino. Lo strazio della mamma

La mamma di Giacomo dopo la tragica scoperta: "Lo sapevo che finiva così". Ma non sono emerse patologie della donna

Lo strazio dei parenti

Lo strazio dei parenti

Modena, 18 marzo 2019 - «Perché l'ha fatto?». Non si dà pace mamma Manuela davanti all’orrore, il corpicino immobile del figlio Giacomo, 5 anni, vittima innocente della zia. Non ci sono ormai dubbi sul fatto che sia stato un gesto volontario a uccidere Silvia Pellacani e il nipotino, figlio del fratello Marco.

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La 47enne, ingegnere informatico, l’ha preso in braccio e, stretto in un abbraccio mortale, l’ha trascinato giù con sè lanciandosi dal balcone del decimo piano. Non un urlo, non un tonfo. La speranza è che il bambino non si sia reso conto di quello che stava succedendo come non si sono accorti di nulla i vicini. È stato un residente che passeggiava con il cane a trovare i corpi sul cemento, tra due fioriere, sotto la fila di balconi della palazzina che affaccia sul parco, al civico 50 di Largo Montecassino. Zona tranquilla, qualche furto, niente di più.

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Proprio all’ennesimo furto ha pensato qualche residente vedendo lo spiegamento di forze dell’ordine all’ora di cena (le 19 circa); carabinieri, ambulanze, vigili del fuoco. Poi una infermiera ha riconosciuto Silvia. Nessuno per qualche ora, nel quartiere, voleva credere all’omicidio-suicidio. Tutti a sperare che si fosse trattato di un incidente. Ma per gli elementi in mano agli inquirenti è improbabile, se non quasi impossibile, che Giacomo si sia arrampicato da solo sul balcone della camera da letto e che la zia sia caduta nel tentativo di afferrarlo. La porta di casa chiusa dall’interno sarebbe un chiaro indizio della sua volontà di lasciare tutti fuori. Restando sola con il suo folle piano. In ogni caso non c’è nessun biglietto a confermarlo. Ci sono, quelli sì, i presentimenti.

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Quelli della cognata, la madre di Giacomo, che arrivata sotto la palazzina ha urlato al cielo il suo dolore e la sua rabbia: «Lo sapevo che finiva così. Me lo ero immaginata un miliardo di volte». Piange abbracciata ai suoi genitori che ha subito chiamato per sorreggerla. Piange pensando al suo piccolo Giacomo – «pensa che paura ha avuto» – e pensando all’altra figlia, 16 anni. Piange e continua a interrogarsi: «Perché?». Silvia Pellacani non risulta in cura per depressione ma, pare, che negli ultimi tempi fosse molto chiusa e avesse una vita sociale limitata. Forse anche per questo lavorava da casa, come spiega qualche vicino. E forse, per questo, voleva trasferirsi. Via da quel palazzone numeroso, 44 appartamenti, dove abitava da anni. Non che avesse mai avuto problemi. «Niente da dire e da ridire» taglia corto un condomino.

Pare che volesse semplicemente avvicinarsi al fratello e al nipotino. Un nipotino al quale «era affezionata» ma che, forse, ieri non doveva trovarsi con lei. Pare, il condizionale è d’obbligo, che fosse stato affidato alla nonna. Tutte informazioni al vaglio dei carabinieri che si stanno occupando della tragedia coordinati dal pm Maria Angela Sighicelli. «Una tragedia» dice la zia di Silvia mentre si allontana con i sanitari del 118, sconvolta dal dolore. «Lasciateci stare, siamo una famiglia perbene».

AGGIORNAMENTO - "Non è stato un incidente": la procura di Modena indaga con l'ipotesi di un omicidio-suicidio. Sono le parole rilasciate direttamente dal procuratore capo Lucia Musti. 

Tra domani e mercoledì dovrebbe essere conferito l'incarico per l'autopsia che si terrà nella medicina legale del Policlinico di Modena coordinata dal professor Enrico Silingardi. Gli accertamenti sulle due salme saranno utili anche per escludere che il nipote di Silvia Pellacani possa essere stato ucciso da quest'ultima prima della caduta, con modalità che avrebbero potuto, appunto, anche non lasciare tracce dentro l'abitazione. Già nei prossimi giorni gli inquirenti sentiranno nuovamente i parenti più stretti della donna, tentando di ricostruire, per quanto possibile, i motivi alla base dell'accaduto. Da questo punto di vista, sono d'interesse altre dichiarazioni rilasciate oggi dal procuratore che escludono al momento ipotesi su istigazione o responsabilità da parte di altri. "Cercheremo comunque di capire - assicura Musti - per chiudere in maniera completa la vicenda".