
Le prostitute affollano la zona di via delle Nazioni, si tratta prevalentemente di nigeriane (foto Fiocchi)
Modena, 13 luglio 2016 – La città ha un quartiere a luci rosse, dove passate le 19 ogni prostituta si accomoda nello spazio che le ‘appartiene’. Non troppo in vista (perché siamo in periferia), non sufficientemente residenziale per scatenare proteste e in ogni caso fetta della città che, fatta una certa ora, si vive prevalentemente solo di passaggio. Parliamo di quel reticolato di vie a ridosso di viale delle Nazioni, costeggiato da numerose imprese, dove i capannoni creano zone d’ombra da questo punto di vista decisamente tragiche.
Negli ultimi tempi, s’intende da mesi a questa parte ma soprattutto ora col caldo, le varie vie Ungheria, Somalia, Germania e Romania (solo per citare gli esempi che si appuntano una volta visitato il ‘quartiere’ dopo le ventitré), mettono in mostra un numero di prostitute che ad alcuni ha ricordato, a tratti, i tempi andati alla ‘Bruciata’, ovvero il mercato del sesso a cielo aperto che attirava a Modena clienti provenienti anche da molto fuori provincia: oggi lì il fenomeno è presente ma con numeri differenti.
L’area di viale delle Nazioni, che in pratica costeggia la Canaletto Nord, è storicamente battuta da donne provenienti dall’Africa, prevalentemente nigeriane. Ma la sensazione è che le lucciole siano decisamente aumentate di recente e che a gestire questa parte di mercato del sesso a pagamento modenese sia un’organizzazione di connazionali tutti piuttosto giovani e ‘presenti’ in zona. Se, difatti, ogni strada del quartiere a luci rosse (ovviamente illegale) mette a disposizione più di una donna, ogni sera a monitorare la situazione ci sono uomini in bicicletta che percorrono a turno e più volte le strade.
Insomma, la sensazione che si ha è quella di un racket vero e proprio, dove ognuno ha un ruolo ben preciso, con tanto di vedette e prostitute pronte a fuggire alla vista della macchina fotografica. Il passaggio dei controllori in sella alle biciclette porta peraltro a sconfinare verso l’area più residenziale, dove le lucciole vanno diradandosi, ma sono comunque presenti. Lo stesso giro di donne originarie dell’Africa che si prostituiscono arriva anche a viale Finzi, così come in viale del Mercato.
La ‘Palazzina Pucci’ di Canaletto centro, quella che ospita la nota sala conferenze utilizzata per diversi eventi, mette in mostra, nel parcheggio che si trova di fronte, altre prostitute. Il confine che demarca il raggio d’azione del fitto giro di sfruttamento che nasce da viale delle Nazioni, si ferma di fatto a ridosso del cavalcavia Mazzoni, dunque non lontano dall’ErreNord. Il motivo è semplice: passato lo stesso cavalcavia si apre tutto un altro tipo di ‘offerta’, che da un lato conduce alla zona del Tempio e dall’altro, invece, a viale Monte Kosica. Altre strade cittadine storicamente coinvolte nel mercato del sesso, ma ultimamente molto più nel mirino dei controlli di polizia e carabinieri. Sia il Tempio che Monte Kosica, poi, sono gestiti da stranieri provenienti dall’Europa dell’Est.
Due ‘offerte’, quelle di Tempio e viale delle Nazioni, che dunque convivono a pochi chilometri di distanza l’una dall’altra e che non entrano in contatto. Con una sostanziale differenza, però: se nel caso del Tempio i residenti si sono attivati, raccogliendo firme e presentando negli anni il problema sulla scrivania del sindaco (già ai tempi di Giorgio Pighi), questo non si può dire della zona di viale delle Nazioni, dove, come detto precedentemente, i residenti sono una rarità e il fenomeno dà evidentemente meno fastidio.
Elementi che, non a caso, hanno portato a una presenza massiccia sui marciapiedi: sono decine le donne che si vendono in quella zona e il continuo passaggio di auto che si fermano a chiedere ‘informazioni’ dimostra che i clienti conoscono molto bene il ‘quartiere a luci rosse’, controllato e gestito da un’organizzazione che si dimostra piuttosto efficiente.