VALENTINA REGGIANI
Cronaca

Accusa di sessismo in Accademia, Cati chiede il giudizio immediato: "Piena fiducia nella magistratura"

Il tenente colonnello, che era a capo del Centro ippico, tramite il legale vuole difendersi al più presto E’ stato denunciato da una decina di sottoposti per minacce e violenza privata con abuso dell’autorità

Il tenente colonnello dell'Esercito Giampaolo Cati (FotoFiocchi)

Il tenente colonnello dell'Esercito Giampaolo Cati (FotoFiocchi)

Modena, 24 maggio 2024 Sarà giudicato con giudizio immediato il tenente colonnello dell’Esercito Giampaolo Cati, accusato di stalking nei confronti di quattro donne e sette uomini, violenza privata con abuso dei poteri e di autorità e minacce e ingiurie ai propri inferiori al centro ippico dell’Accademia militare.

La procura di Modena, chiuse le indagini, ha recentemente chiesto il rinvio a giudizio per l’ufficiale e mercoledì gli avvocati che rappresentano Cati, Francesca Romana Pellegrini e Guido Sola, d’intesa con l’indagato hanno chiesto il giudizio immediato per il proprio assistito. "Ciò per poter tempestivamente svolgere le proprie difese davanti al giudice del dibattimento. Questa la volontà dell’ufficiale che, ancora oggi, è sereno e consapevole d’essere estraneo a tutte le accuse rivoltegli; l’ufficiale nutre profonda fiducia nella giustizia come dimostrato anche dalla richiesta di giudizio immediato" affermano i legali difensori. Ora si attende la fissazione dell’udienza.

Negli ultimi mesi altri militari avevano reso testimonianza, avallando l’ipotesi di ‘sessismo’ in Accademia. L’avvocato Massimo Strampelli, che rappresenta le vittime nel procedimento aveva infatti precisato come fosse stata effettuata una ulteriore attività integrativa di indagine, con il deposito di ulteriori deposizioni di altri militari. "Ci sono almeno quattro, cinque deposizioni nuove — aveva precisato –. Le testimonianze rientrano quindi in indagini integrative che hanno permesso di trovare ulteriori riscontri a quanto già emerso. Grazie alla Procura e a chi ha rotto il muro di omertà".

All’ufficiale vengono contestate una serie di gravi e umilianti condotte: rimproveri continui al personale, spesso senza ragioni oggettive, scatti di rabbia ma anche punizioni di vario genere. Tra le contestazioni mosse a Cati vi sono anche molestie continue nei confronti del personale femminile, con battute a sfondo sessuale. Inoltre — è emerso dalle dichiarazioni delle donne che poi hanno sporto denuncia — l’ufficiale le avrebbe vessate, obbligandole a lavare frequentemente i genitali dei cavalli, come atto punitivo. Erano state proprio le vittime a denunciare le vessazioni e le umiliazioni subite e i vertici dell’Accademia Militare, tra cui il comandante Scalabrin avevano subito raccolto le segnalazioni per poi far partire le indagini, informando delle gravi circostanze l’autorità giudiziaria. "Se non entri nel mio sistema, assecondando le mie richieste, ti ci faccio entrare con la forza o ti faccio trasferire".

E’ questa una delle minacce che Cati avrebbe fatto nei confronti di un soldato. "Tu non sai di cosa sono capace io, io se voglio una persona la faccio impazzire fino al congedo, se voglio far male ad una persona io la distruggo attaccandomi al collo senza dargli respiro" avrebbe detto ad un altro.

"Sei goffa ed incapace, se non dimagrisci, ti faccio dimagrire io", avrebbe poi affermato rivolgendosi ad una delle donne che poi hanno presentato denuncia.