
Mauro Zennaro, presidente dell’Ordine dei medici risponde alle domande sulla corsa ai test
Modena, 9 maggio 2020 - Evitare la corsa in massa ai test sierologici per dare priorità a chi è più a rischio in modo da impedire che il sistema vada in tilt. L’appello arriva dai medici di famiglia. Per loro la Fase 2 si è aperta con un altro grattacapo ovvero la gestione dei test sierologici che la Regione ha reso disponibili ora anche ai privati cittadini. Il medico di famiglia è infatti il primo step per accedere al prelievo che stabilisce la presenza o meno dgli anticorpi al Covid 19 quindi l’avvenuto contatto con la malattia. Sono già tantissimi i cittadini che chiedono informazioni e i medici si trovano ad affrontare una mole nuova di lavoro senza indicazioni chiare. Ne abbiamo parlato con Mauro Zennaro, presidente dell’Ordine dei medici.
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Dottor Zennaro come si stanno organizzando i medici di famiglia? "Prima di tutto concordo con il forte impatto che il dosaggio sierologico ha sul piano epidemiologico. Da sempre gli Ordini dei medici hanno sottolineato l’importanza di estendere il più possible lo strumento. Questo permetterà anche di preparare al meglio le strategie di protezione. In realtà questa informazione è giunta in modo improvviso ed inaspettato, per questo solo ora sono in corso incontri, confronti per capire come comportarsi". Perchè siete preoccupati? "Mancano ancora ad oggi chiare linee di indirizzo partendo dalla mancanza della figura indicata per la prescrizione e le modalità della stessa. Inoltre gli ambulatori dei medici di medicina generale che hanno sempre continuato a lavorare a pieno ritmo anche se in modalità diversa non possono essere subbissati di richieste di questo tipo in modo disorganizzato e non regolamentato . Ricordiamo che ogni medico ha in media 1.500 pazienti per cui ne possiamo immaginare il carico che ne deriva. Non meno importante è la gestione dell’esito dell’esame. Se risulta positivo deve essere eseguito il tampone, pertanto ci deve essere una strada preferenziale ed organizzata per completare il percorso".
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State già ricevendo diverse richieste? "Sì, stanno già arrivando, come avviene anche per i laboratori accreditati per l’analisi... Il medico sarà pronto a rispondere alle esigenze dei pazienti quando verranno definiti in modo chiaro i percorsi per accedere ai test sierologici e l’eventuale tampone in tempi rapidi per chi risultasse positivo". Secondo lei chi dovrebbe avere la priorità? "Penso sia strategico completare le analisi su tutto il personale medico, a seguire i cittadini che hanno avuto contatti a vario titolo con i malati, poi si inseriscono le esigenze lavorative. Molti datori di lavoro infatti hanno chiesto l’esame per fornire un elevato standard di sicurezza. Ne capisco l’esigenza che condivido, ma non sono un’emergenza se il lavoratore è asintomatico e non ha altri possibili fattori di rischio di contagio. Consideriamo inoltre il costo del test si aggira in media ai 50 euro".
Cosa chiedete alla Regione che ora sta mettendo a punto le procedure? "Condivisione di obiettivi e percorsi, chiarezza e semplicità. Sono le carte vincenti". E ai privati cittadini? "Di ascoltare il proprio medico di base, semplicemente questo. Quando anche noi avremo le risposte potremo rispondere a tutte le domande . Fino ad allora anche un po’ di pazienza". In queste settimane i medici hanno ripreso a visitare, con quale modalità? "Sì, i nostri medici passano meno tempo al telefono e si stanno nuovamente e gradualmente riempiendo le sale d’attesa. La certezza è che niente sarà come prima. Sono necessarie nuove modalità organizzative e logistiche".