CLAUDIO GAVIOLI
Cronaca

Un caso modenese per il piccolo . Sherlock Holmes

È un’idea davvero originale quella che è venuta allo scrittore modenese Stefano Frigieri di ambientare nella nostra città a metà dell’ottocento un...

È un’idea davvero originale quella che è venuta allo scrittore modenese Stefano Frigieri di ambientare nella nostra città a metà dell’ottocento un giallo con protagonista Sherlock Holmes ancora bambino ma già in possesso dell’incredibile fiuto che lo avrebbe reso famoso (’Un caso modenese per Sherlock Holmes –Le indagini del piccolo Holmes’ ed. Damster, pagine 94). Il piccolo investigatore, proveniente dall’Inghilterra, si trova in viaggio alla corte degli Estensi insieme al padre in un delicato momento storico. Francesco V si appresta a fuggire schiacciato nella tenaglia dei moti risorgimentali, vent’anni dopo l’uccisione di Ciro Menotti. La città sta vivendo un periodo di transizione che ne cambierà i connotati. Si pensa di abbattere le mura "per collegare meglio la città al resto del mondo" (sigh!) e si sta completando la bonifica dei navigli che un tempo portavano i modenesi fino a Venezia partendo dalla darsena sul retro del Palazzo Ducale. Resiste soltanto il Canale Grande intasato da imbarcazioni cariche di merci dove si svolge una delle scene più suggestive del racconto. Il piccolo Holmes rapito dallo splendore della facciata romanica del Duomo, alla scoperta delle prelibatezze gastronomiche (i tortellini su tutto) è dotato di una memoria incredibile, una curiosità innata e della capacità precocissima di intuire se qualcuno commette un misfatto. Qualità che durante il soggiorno modenese, come si vedrà, metterà felicemente a frutto. Sherlock risolverà più di un mistero e il lettore accompagnandolo nelle sue avventure scoprirà una Modena inedita ricca di curiosità e suggestioni, immersa in una realtà all’apparenza lontana, ma da cui è ancora pervasa. Basterebbe fare un giro in centro seguendo la mappa del libro per rendersene conto.

Claudio Gavioli