
L’europarlamentare Matteo Ricci
Pesaro, 14 dicembre 2024 – Dopo una settimana di silenzio, Matteo Ricci interviene sul caso Capitale europea della cultura 2033. Brevissimo riassunto: la Regione Marche sostiene la candidatura dell’umbra Norcia che coinvolge un pezzo di Appennino, nonostante anche Pesaro sia candidata. E, incredibile ma vero, Urbino è candidata con entrambe.
Matteo Ricci, prima di tutto una curiosità: perché finora è rimasto in silenzio su questa storia della Regione Marche che sostiene Norcia capitale europea della cultura 2033?
“Ho condiviso le prese di posizione di altri esponenti a iniziare dalla consigliera Micaela Vitri, poi ho cercato di capire meglio cosa avessero combinato in Regione e, purtroppo, questa sciatteria non mi sorprende”.
Quella di Norcia le sembra una candidatura davvero anche marchigiana tanto da meritare il sostegno della Regione, compreso quello economico?
“Il problema è che le Marche non hanno una strategia su nulla e tanto meno sulla politica culturale e turistica, sicché fanno tanta confusione. Pesaro Capitale italiana della cultura poteva essere un’opportunità per tutta la regione e, invece, non hanno fatto nemmeno una riunione per legarla alle altre province. Per fortuna tutto il territorio provinciale è stato coinvolto dal Comune di Pesaro e dal vice sindaco Daniele Vimini. Ora questo lavoro deve proseguire, questo è il punto, non Norcia".
Lei in passato ha sottolineato una certa anti-pesaresità della Regione guidata dal centrodestra: questo le sembra un altro indizio?
“Sono miopi e mettono sempre prima la ragion di partito davanti all’interesse istituzionale. Siccome Pesaro non è del loro colore politico l’hanno snobbata facendo un danno al resto delle Marche. Questo 2024 è già un successo con il 30% in più di presenze turistiche e, soprattutto, mai come in questo anno il nostro territorio è stato sotto i riflettori nazionali e internazionali”.
Poi c’è il tema Urbino candidata sia con Pesaro che con Norcia: come se lo spiega? La coppia dei co-capoluoghi di provincia in vista del 2033 è già scoppiata?
“Spero che Urbino invece di rispondere a logiche territoriali non risponda a logiche di parte, sarebbe grave. La candidatura europea di Pesaro e Urbino nasce prima di quella nazionale: siamo stati a Matera insieme nel 2019 a presentarla. Ed ora è la naturale conseguenza di questo anno magico. Dobbiamo dare continuità al lavoro culturale, come il sindaco Biancani sta già facendo, e pensare in grande, facendola diventare finalmente una strategia regionale. Credo che, nel programma che andrà sviluppato, ogni stagione dell’anno dovrebbe vedere protagonista un’altra provincia marchigiana; Pesaro 2024 deve essere un trampolino per “Pesaro e Urbino, le Marche 2033”. Ma c’è tempo per lavorarci, le candidature ufficiali vanno fatte nel 2027 e fare oggi una delibera da 40mila euro per una città di un’altra regione è surreale; per fortuna abbiamo tempo per vincere prima le elezioni regionali e dare finalmente una strategia alle Marche”.
Detto con franchezza: secondo lei in questa storia pesa di più il progetto di Norcia e della Civitas Apenninica o il fatto che a proporlo ci siano Spacca e tutto il suo mondo?
“Penso che il progetto non l’abbiano neanche letto: quella delibera di 40mila euro a Norcia è frutto della paura. Hanno talmente paura di perdere le elezioni che credono di costruire un’alleanza per il futuro con queste decisioni estemporanee, ma il futuro si costruisce con una strategia e delle idee per rilanciare una regione che rischia il declino economico e sociale”.
A proposito: Spacca le ha proposto di unire le forze in un’unica candidatura Pesaro-Urbino-Norcia: le sembra possibile?
“Spacca ha fatto il suo mestiere, collabora con una fondazione che lavora sul dossier di Norcia da tempo. Io penso però che sia interesse delle Marche fare di Pesaro 24 un’occasione di rilancio per le politiche culturali e turistiche regionali in vista del 2033. Abbiamo tempo, il 2027 è lontano. Prima il centrosinistra deve vincere le elezioni per ridare una speranza alle Marche”.
Ultima domanda: oggi rifarebbe a Spacca lo stesso appello che fece dal palco del confronto con Matteo Renzi alla Festa dell’Unità?
“Perché no? Ho fatto un ragionamento politico di prospettiva, non sulle persone. Dobbiamo costruire l’alternativa in Italia e in Regione e questo lo si fa innanzitutto confrontandosi sui programmi. Però credo serva un nuovo centro sinistra, con il Movimento 5 Stelle, Avs e con un soggetto moderato che oggi ancora non c’è. Non a caso si è aperto il dibattito su chi potrà federare il centro del centro sinistra e noi siamo in ottimi rapporti sia con Ernesto Ruffini che con Beppe Sala. Vedremo. Di certo questo percorso serve anche nelle Marche, con un grande lavoro specifico sul civismo diffuso. Nelle Marche Acquaroli e compagnia sono talmente terrorizzati di una mia eventuale candidatura che proveranno anche a rinviare le elezioni al 2026, ma credo che il centro sinistra non glielo permetterà”