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Bimbo morto per otite, tre anni confermati per l’omeopata

E’ la fine di una vicenda giudiziaria durata quasi 8 anni. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna nei confronti di Massimiliano Mecozzi: il medico di Pesaro era accusato della morte di Francesco Bonifazi, ucciso a 7 anni da un'otite

Il medico omeopata Massimiliano Mecozzi, 62 anni

Il medico omeopata Massimiliano Mecozzi, 62 anni

Pesaro, 10 gennaio 2025 – E’ la fine di una vicenda giudiziaria durata quasi 8 anni. La Corte di Cassazione ha confermato  la condanna a tre anni di reclusione nei confronti di Massimiliano Mecozzi, 62 anni, di Pesaro, medico omeopata, accusato della morte di Francesco Bonifazi, il bimbo di 7 anni, originario di Cagli,  ucciso da un'otite degenerata in encefalite. Il minore rimase tre giorni in agonia e morì il 27 maggio del 2017 all'ospedale Salesi di Ancona, dove arrivò in condizioni disperate.

Mecozzi, che era accusato di omicidio colposo, lo curò con i soli rimedi omeopatici. La Suprema corte ha respinto il ricorso presentato dal medico, dopo l'udienza che si è tenuta mercoledì scorso, confermando la pena inflitta in Appello. Nel processo si sono costituiti parti civili il nonno del bambino, con l'avvocato Federica Mancinelli, e l'Unione Nazionale Consumatori, con l'avvocato Corrado Canafoglia supportato dai professori Matteo Bassetti ed Enrico Bucci: hanno sostenuto che la causa del decesso fosse riconducibile alla condotta di Mecozzi. Da indagini difensive dell'avvocato Canafoglia è emerso che la morte di Francesco, trattata con l'omeopatia, non sarebbe stato un caso isolato.

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"Già nel 1991, in Nuova Zelanda e nel 2015 in Pennsylvania - riferisce il legale - altri due minori sono morti per infezione batterica all'orecchio trattata con l'omeopatia, evento evitabile se fosse stato somministrato un semplice antibiotico. Medesima vicenda si è verificata nel 2023 a Lecce dove un bambino di 14 mesi è deceduto sempre perché un medico ed i genitori non avrebbero somministrato medicinali antibiotici a favore di quelli omeopatici”.

Per i familiari di Francesco si chiude una pagina dolorosa. "È stata definitivamente riconosciuta la verità - commenta l'avvocato Mancinelli -. La famiglia si era rivolta a Mecozzi, medico regolarmente iscritto all'albo, per garantire a Francesco le migliori cure e mai avrebbero pensato e accettato che Mecozzi lo avrebbe curato disattendendo i dettami della buona prassi medica. Nessuno potrà colmare la loro perdita ma vedere confermata anche in Cassazione la condanna li porta a sperare che sia di monito in futuro e possa evitar che altri si trovino a vivere una tragedia come la loro”.

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