
L’episodio della grandine intorno a Urbino nel luglio 1856 visto da un dipinto del nostro illustratore John Betti
Grandine spaventevoleda S. Cipriano fino a M. Bello.A S. Eufemia della grandezza di pagnottelle schiacciate a strati concentrici come i veli di una cipolla, ben s’intende più grossi e distanti. Ha ferito alcuni contadini alla campagna. Dappertutto dove è venuta ha devastato, rovinato, desolato. La grandine poi in tutta la linea era accompagnata da una specie di uragano che ha schiantato e sollevato piante, alzati tetti di case.Dal registro dell’Osservatorio,4 luglio 1856
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Dopo il giugno rovente, il secondo più caldo di sempre, ecco il luglio che non ti aspetti. Iniziato sull’onda africana di giugno, tutto lasciava presagire a un mese terribile con il termometro che aveva raggiunto quasi 35°C il giorno 4. Nei giorni successivi una perturbazione è riuscita a farsi strada nel bacino del Mediterraneo portando buone precipitazioni e un primo sensibile calo termico con minime notevoli per il periodo fino a 9,9°C sulle Cesane. Dal giorno 10 un secondo promontorio anticiclonico ha progressivamente riportato, oltre al bel tempo, una nuova onda di calore che, a fronte di qualche lieve disturbo, si è protratta fino al giorno 24.
Ma ecco giungere la configurazione che non ti aspetti, una struttura ciclonica, sospinta da correnti fredde di origine atlantica, grazie anche al contributo di un (finalmente) solido e strutturato anticiclone delle Azzorre, è riuscita ad abbassare notevolmente il raggio d’azione dell’anticiclone africano prendendo possesso del bacino Mediterraneo, configurazione certamente non comune in piena estate.
Dopo i primi rovesci accompagnati da tuoni sordi il ciclone irrompe sul territorio con temporali carichi di pioggia nei giorni 28 e 29 e ralativo crollo termico di oltre 10°C.
Questo andamento alternato ha consentito al mese di chiudere praticamente in media dal punto di vista termico con precipitazioni importanti per il mese estivo per eccellenza. A confermare l’andamento decisamente singolare di questa estate è il confronto tra i primi due mesi. Giugno è risultato di ben 1,17°C di media più caldo di luglio. Analizzando la nostra banca dati il risultato è sorprendente, solo 6 volte dal 1850 (175 anni) si è avuto un mese di giugno più caldo di luglio, e quello appena concluso è quello che ha fatto registrare lo scarto maggiore. Segnaliamo inoltre che 3 dei 6 casi sono stati registrati dopo il 2000 (2002, 2019 e 2025).
Diamo ora uno sguardo al passato. Luglio è un mese prevalentemente stabile e anticiclonico ma da sempre, per effetto di geopotenziali molto elevati, quando una struttura ciclonica viene a scontrarsi con queste masse d’aria stabili e molto calde, gli effetti possono essere molto pericolosi. Più è ampia la differenza delle due masse d’aria, tanto più saranno violenti i fenomeni associati. La nota introduttiva ne è un esempio, spesso i registri riportano con preoccupazione gli effetti meteorologici sull’agricoltura, principale attività del nostro territorio, sia per fenomeni estremi che per lunghe fasi calde e siccitose. Ecco come la competenza di uno scienziato come Padre Alessandro Serpieri si prestava all’analisi dei problemi cercando poi di dare soluzioni efficaci: "Alcuni credono aver notata la malattia di molte viti di questa campagna, ho veduto anch’io una specie di lanuggine in vari acini, pare una lorda polvere, al microscopio non presenta nulla di particolare, se non fossero alcuni punti lucenti e quasi cristallini. E’ proprio questa la malattia? Dicono che si sia presentata nei primi giorni di questa settimana" (28 luglio 1853).
Concludiamo con uno sguardo a quel che ci attende per agosto. La fase ciclonica che ha introdotto il mese è ormai passata, dopo una breve fase di riassetto sotto il dominio del "gentile" anticiclone delle Azzorre, dal fine settimana l’anticiclone subtropicale (africano) tornerà molto probabilmente al comando con il suo carico di aria bollente. Le giornate nel frattempo si stanno accorciando, ci auguriamo quindi che l’anticiclone sia clemente, senza picchi eccessivi.