Scavolini Pesaro non trova operai per il reddito di cittadinanza? L'inserzione divide

Il re delle cucine alla ricerca del personale e le sue teorie hanno innescato il dibattito: la Cgil che dà la colpa a turni di lavoro e stipendi e ora Confindustria che scende in campo con Valter Scavolini

Operai al lavoro (repertorio)

Operai al lavoro (repertorio)

Pesaro   24 settembre  2021 -  Una inserzione  sul  'Carlino' per la ricerca del  personale. Il punto  di partenza  per una discussione  che sta dividendo: da una parte quelli  che ritengono   che  il  reddito  di cittadinanza non  sarebbe alla base di  questa penuria  di  operai  e non  solo;   dall'altra invece  gli imprenditori che hanno  dato  appoggio  a quanto  dichiarato  da Valter Scavolini  il  fondatore dell'omonima azienda di  cucine  che in una intervista  aveva affermato che molti  giovani preferivano  restare a casa, prendere il  sussidio  e poi   magari  arrotondare  con   qualche lavoretto;  poi  l'industriale  aveva messo  sul tavolo  un  altro problema e cioè   i  pensionamenti anticipati  con  quota 100'  perché hanno  tolto  dal  mercato  del lavoro  persone che avrebbero  potuto   dare ancora tanto, ma soprattutto  persone di  grande esperienza e  manualità. Insomma personale  difficile da rimpiazzare "in  questo momento  che il mercato  sta tornando  a tirare molto  forte".

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Indice puntato  contro  Scavolini  da parte del  segretario provinciale della Cgil  Roberto  Rossini che ha affermato "che il  reddito  di  cittadinanza non c'entra molto  in  questa questione, quanto soprattutto i  turni  di lavoro e la qualità  della vita e che il  tutto  andava anche incentivato  con una ridistribuzione degli utili per  rendere più  appetibile il lavoro".

Tanti  gli imprenditori  che sono  scesi  in  campo  a favore  del  're  delle cucine', compreso il  presidente di  Confindustria  Pesaro  e Urbino  Mauro  Papalini che  in una presa di posizione ufficiale dice: "Fino  a qualche mese fa ci confrontavamo con le organizzazioni  sindacali  sul  post  blocco  dei  licenziamenti  e già  allora,  prevedendo  che alcuni  settori   avrebbero  avuto una buona ripresa, mentre altri  sarebbero  andati in  sofferenza,  ci  eravamo  attivati per promuovere un programma di  reclutamento e ricollocamento  del personale.  Ora guardando però  i  dati emersi   relativi alla disoccupazione in provincia, mi  chiedo dove sono  questi  disoccupati?  Come mai  non  inviano la loro  candidatura quando le nostre aziende  ricercano il personale?".

Sul  tema specifico del  reddito  di  cittadinanza, Papalini  aggiunge: "L'introduzione del  reddito  di  cittadinanza così  come concepito ha contribuito  negativamente  rafforzando  l'idea   di un  diritto  acquisito in  attesa comunque di un lavoro che va cercato e non  restando in  attesa che qualcuno lo  trovi per te. Un  reddito  di  emergenza, perché è  così  che andrebbe inteso,  dovrebbe essere rinnovato mensilmente solo  a coloro  che dimostrano che nel mese precedente hanno  realmente cercato lavoro  e non  lo hanno  trovato, accettando  anche mansioni  differenti  da quelle  desiderate".