Bologna, 25 febbraio 2022 - L’uomo del partito. Stefano Bonaccini, nato il primo gennaio 1967 a Campogalliano (Modena), ha sbaragliato la concorrenza alle votazioni nei circoli del Pd, in vista delle Primarie, ottenendo il 52,8% delle preferenze.
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E’ uno dei principali esponenti dell’ala riformista del partito, amministratore solido e navigato - lo dicono i risultati alle Elezioni a cui ha partecipato e il consenso di voti ottenuti -, può essere definito una figura più “istituzionale” rispetto alla sfidante Elly Schlein. Attentissimo al tema del lavoro precario e in forte opposizione alla ‘Flat tax’ promossa dal governo di centro-destra, è impegnato chiaramente anche sul fronte delle battaglie per i diritti civili.
Chi è Stefano Bonaccini, la biografia
Figlio di un camionista e un’operaia, entrambi iscritti al PCI, è un grande appassionato di cinema e letteratura. Non ha mai nascosto la propria passione sportiva: oltre ad aver giocato per molti anni come attaccante in diverse squadre locali, è un tifoso sfegatato del Modena e della Juventus, oltre che del Modena Volley, la squadra di pallavolo più titolata d’Italia. Diplomato al liceo Scientifico, si avvicina alla politica sul finire degli anni ’80.
Stefano Bonaccini, la carriera politica
Ricopre come primo ruolo quello di assessore in seno al PCI alle Politiche giovanili, alla Cultura e allo Sport nel proprio Comune di nascita. Prima segretario provinciale della Sinistra giovanile, dal ’99 al 2006 è stato anche assessore al Comune di Modena. Si iscrive al Partito Democratico nel 2007 e viene eletto segretario provinciale della sezione modenese, che ha contribuito a far nascere. Viene eletto consigliere regionale dell’Emilia-Romagna nel 2010, al fianco del presidente uscente Vasco Errani. Prima sostenitore di Pier Luigi Bersani alle Primarie di coalizione del 2012, sostiene poi l’ex sindaco di Firenze alle Primarie dem dell’anno successivo. Dopo l’elezione di Renzi a segretario, viene nominato Responsabile degli Enti locali nella segreteria nazionale.
A seguito delle dimissioni anticipate di Errani, Bonaccini - suo ‘delfino naturale’ - corre alle Primarie del centro-sinistra in vista delle Regionali. Vince contro Roberto Balzani con il 60,9% dei voti e il 23 novembre 2014 viene eletto presidente della Regione, con il 49% dei voti, nelle elezioni con la minor affluenza nella storia dell’Emilia-Romagna (votò soltanto il 39% degli aventi diritto). Durante il suo primo mandato, nel 2015, diventa presidente della Conferenza Stato-Regioni, il che lo rende protagonista dei rapporti con il Governo.
Vince nuovamente le elezioni Regionali avviando il secondo mandato da governatore nel 2020, sconfiggendo la principale avversaria leghista Lucia Borgonzoni con il 51,4% delle preferenze contro il 43,6%. Autore del libro “La destra si può battere”, Bonaccini è sempre stato individuato come uno dei possibili futuri segretari nazionali del partito: l’ufficialità della sua candidatura è arrivata il 20 novembre scorso, proprio nel circolo Pd di Campogalliano.
Moglie e figlie
Spesso protagoniste di post e foto romantici, le donne di Bonaccini sono tre. Il presidente dell’Emilia Romagna è infatti sposato con Sandra Notari e ha due figlie che condividono le sue passioni sportive: Maria Vittoria e Virginia.
Il programma di Stefano Bonaccini
La mozione di Stefano Bonaccini prende il nome di “Energia popolare”. “Ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno”: l’incipit del programma è una citazione diretta di Enrico Berlinguer.
Tra le proposte presentate spiccano: maggiore centralità dei circoli degli iscritti al partito, la possibilità di organizzare "un referendum vincolante" per gli iscritti quando si dovranno prendere "grandi scelte”, una vera e propria "scuola politica per formare la nuova classe dirigente e ascoltare le sue proposte", un finanziamento pubblico ai partiti che goda di "assoluta limpidezza” e, non da ultimo, la proposta di semplificare il fisco con “un’unica imposta realmente progressiva, che tocchi "tutti i redditi", ma anche di aumentare la tassazione "sulla rendita e sulla ricchezza”. Non vengono meno, ovviamente, le posizioni di Bonaccini sul tema dei diritti: dall’istituzione di matrimoni egualitari alla riforma delle adozioni per “superare le discriminazioni”.
“Questo è un Paese in cui la povertà è ereditaria e la ricchezza un fatto dinastico - ha detto il governatore emiliano-romagnolo al confronto su Sky con Schlein -. La prima cosa da fare è rendere il lavoro precario più costoso di quello stabile”.
“Io penso che vada, da un lato, tagliato costo del lavoro per favorire quelle imprese che assumono, con decontribuzione secca del 30%, i lavoratori con un contratto stabile - ha aggiunto Bonaccini -. E, dall’altro, occorre aumentare le buste paga: a questo serve tagliare il costo del lavoro contro un Governo che, invece, con la tassa piatta favorisce colore che stanno già bene o abbastanza bene”.
Stefano Bonaccini, ecco lo sostiene: da Lucarelli a Paltrinieri
Tra i primissimi a sostenere l’attuale governatore emiliano-romagnolo spunta Carlo Lucarelli. E ancora: Francesco Guccini, Massimo Bottura, Paolo Cevoli, il nuotatore Gregorio Paltrinieri: una nutrita schiera di sostenitori soddisfatti, soprattutto, di come Bonaccini ha amministrato la propria regione negli ultimi due mandati.