Alberghiero Cervia molestie, "Il prof ci massaggiava e ci toccava il seno"

Le testimonianze choc di tre delle nove studentesse che avrebbero subìto attenzioni particolari da parte di un insegnante

Studentesse sedute al banco durante una lezione di un professore (foto di repertorio)

Studentesse sedute al banco durante una lezione di un professore (foto di repertorio)

Cervia (Ravenna), 30 settembre 2020 - In classe "non si limitava alla cattedra ma veniva dietro alla sedia, faceva massaggi o si appoggiava con il busto", cioè in zona genitali, "alla schiena o al gomito". Era pure capitato che durante le lezioni "continuasse a fissare il seno". Sono le dichiarazioni di una delle tre studentesse sentite ieri mattina in tribunale – ma sono nove quelle che avrebbero subito attenzioni particolari – nell’ambito del processo che vede un professore dell’Alberghiero di Cervia alla sbarra per violenza sessuale aggravata.

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L’imputato, che oggi non insegna, era presente, seduto tra i suoi due avvocati Ermanno Cicognani e Maurizio Taroni. Dietro di lui, sulle sedie riservate al pubblico, c’erano alcuni dei genitori delle giovani. Il caso era finito sui tavoli della magistratura quando il preside, una volta ricevute le confidenze da alcune ragazze, aveva coinvolto gli inquirenti: le indagini della squadra Mobile coordinate dal pm Angela Scorza, l’8 giugno 2019 avevano portato il prof agli arresti domiciliari. La scuola a suo tempo lo aveva di conseguenza sospeso in attesa dell’evoluzione della situazione: in ragione di ciò, l’uomo aveva ottenuto dal gip di potere tornare libero.  

"Quando la mia compagna chiedeva qualcosa – ha ricordato la prima studentessa davanti ai tre giudici del collegio penale –, prima si appoggiava a lei e poi a me faceva i massaggi". Un comportamento che a suo dire "teneva con tutte tranne che con quattro". In occasione del compleanno di una studentessa, davanti a tutta la classe "l’abbracciò e disse: ‘Se la violento, non mi denunciate?’". Secondo un’altra giovane, "i toccamenti si verificavano quando spiegava": non a caso lo faceva "a porte chiuse". La ragazza ha ricordato che talvolta lui "usciva per 20 minuti: dubitavano andasse in bagno per i propri bisogni, pensavano cioè che facesse altro". In una occasione – ha proseguito la testimone – in concomitanza con un esercizio di calcolo del peso corporeo ideale, "si era misurato prima lui, poi una a una ci aveva fatto sistemare al muro: e per misuraci meglio, toccò il seno a me e ad altre due".

In un’altra occasione ancora "abbracciò una studentessa per consolarla: lei non era a proprio agio ma non riuscì a divincolarsi". Di quella situazione di disagio, ne avevano parlato "con la prof di economia: ci diede una mano ma ci spiegò che c’erano delle gerarchie", che insomma bisognava "parlare con la coordinatrice" dei professori: "Così facemmo: questa disse che si trattava di comportamenti amicali". Le studentesse, convinte tuttavia che così non fosse, erano andate dal vicepreside e infine dal preside. Nella scuola quella situazione perlomeno di non chiarezza, doveva essere già conosciuta se è vero che "’il pedofilo’ era il suo soprannome". La ragazza ha chiarito che però per lei tale appellativo "era esagerato": i suoi, a suo giudizio, erano più semplicemente comportamenti "non adatti al suo ruolo e alla sua età".  

La terza studentessa sentita in aula, ha ribadito che quel prof "appoggiava la mani sulle spalle e poi andava giù" fino a sfiorare il seno: "In una occasione appoggiò le mani su di me e le portò verso il seno". Inoltre "durante le interrogazioni, se una ragazza aveva la maglietta scollata o un po’ aderente, lui guardava il seno". Atteggiamenti che secondo la testimone, erano iniziati prima del febbraio 2019, momento a partire dal quale sono state collocate le contestazioni: "È che una prof ci aveva detto che erano atteggiamenti amicali, ma ci rendemmo conto che non era così". Processo rinviato a fine febbraio quando a prendere la parola saranno le ultime sei studentesse parte offesa di questa vicenda.