REDAZIONE RAVENNA

Carlo Sama e il suo libro. Sala Corelli strapiena per ’La caduta di un impero’

Tanti ravennati e tanti applausi alla presentazione del volume del braccio destro di Raul Gardini in dialogo con Agnese Pini. In sala la moglie Alessandra Ferruzzi.

Tanti ravennati e tanti applausi alla presentazione del volume del braccio destro di Raul Gardini in dialogo con Agnese Pini. In sala la moglie Alessandra Ferruzzi.

Tanti ravennati e tanti applausi alla presentazione del volume del braccio destro di Raul Gardini in dialogo con Agnese Pini. In sala la moglie Alessandra Ferruzzi.

Un Carlo Sama emozionatissimo è tornato nella sua Ravenna per presentare – dialogando con Agnese Pini, direttrice de Il Resto Del Carlino, La Nazione, il Giorno e Quotidiano Nazionale - il volume da lui scritto e dal titolo, eloquente, ’La caduta di un impero. 1993: Montedison, Ferruzzi, Enimont’ edito da Rizzoli con prefazione della moglie Alessandra Ferruzzi. La sala Corelli del teatro Alighieri era gremitissima e ha coperto con tanti applausi i momenti in cui la voce di Carlo Sama, 76 anni, si è rotta dall’emozione. Era teso il cognato e braccio destro di Raul Gardini e responsabile delle relazioni esterne del Gruppo Ferruzzi-Montedison mentre raccontava per ampi stralci la vicenda giudiziaria che ha visto l’ascesa e poi il declino del gruppo Ferruzzi (in sala era presente Sergio Cusani che è rimasto in cella 4 anni per le tangenti Enimont) e il suo racconto è partito da un filmato sulla storia del gruppo Ferruzzi e "il ruolo di straordinario imprenditore di Serafino". Oggi Sama gestisce in Argentina un’azienda agricola di 20mila ettari ma la vicenda Gardini non lo abbandona e il suo sguardo cerca spesso quello, complice, della moglie (e figlia di Serafino) Alessandra Ferruzzi, seduta in prima fila. "Un libro onesto, che diventa struggente, perché – ha sottolineato Agnese Pini – Carlo Sama è alla ricerca di una pace con se stesso e con la città che più ama, Ravenna".

"La provincia è intransigente e non perdona. Ma ci vuole il coraggio di presentarsi e di far sentire la nostra voce perché ai miei nipoti devo raccontare la nostra storia e non lasciare che leggano le bestialità che hanno scritto su di noi. E allora mi sono detto – ha spiegato Sama - scriviamo un libro onesto e soprattutto la verità".

In particolare Sama ce l’ha con la recente fiction ("vergognosa la caricatura di un uomo dipinto come un vanesio che si parla addosso", attacca Sama) e ricorda l’epoca "robespierriana di Mani pulite con addosso 156 capi di imputazione tutti caduti nel nulla".

Non è mancato il ricordo dell’inizio della "storia" tra Carlo Sama e Raul Gardini. "Lo conobbi a un funerale. Un uomo bellissimo, affascinante, lui 38 anni e io 23, mi chiese se volevo andare in barca a vela. Poi entrai in società con lui per la gestione di terreni nei lidi ferraresi e da lì cominciò la nostra storia". Di mezzo arriva lo scontro tra le due famiglie Gardini e Ferruzzi e Sama e Raul si incontrarono per tentare una riconciliazione a Ginevra.

"Ci ritrovammo come due vecchie amanti e quando Raul mi vide disse ‘non ti diverti più senza di me’", racconta Carlo Sama. Che si divertiva molto meno a gestire tutta una vicenda in cui emerge il ruolo "non positivo del banchiere Cuccia".

E alla fine Sama ha letto un messaggio appena ricevuto da un colonnello della Guardia di finanza che lo indagò ai tempi di Mani pulite: "spero ti venga riconosciuta la correttezza e l’ingiusta persecuzione giudiziaria; io stesso fui costretto a far parte di azione sbagliata". A volte "le assoluzioni morali contano più di quelle giuridiche".

Giorgio Costa