
Al momento la temperatura del mare è superiore di un grado rispetto al 2024
Ravenna, 13 giugno 2025 – Come apparirà il mare dell’estate 2025 a coloro che affluiranno da tutta Italia sulle spiagge ravennati e cervesi? E’ presto per sapere se quest’anno la temperatura al largo della Romagna batterà il record di sempre fatto segnare l’anno scorso, quando all’altezza di Cesenatico la nave della struttura oceanografica Daphne registrò una temperature dell’acqua di poco inferiore ai 31 gradi. “Per il momento la temperatura è ancora entro limiti accettabili – fa notare la responsabile di Daphne, Cristina Mazziotti –. L’ultima rilevazione riporta infatti una temperatura di 21,39 gradi per la zona B, posta al largo di Cervia, e di 23,65 per la zona A, all’altezza delle foci del Reno. E’ superiore di oltre un grado a quella dell’anno scorso in queste stesse settimane, ma non dimentichiamo che i mesi di maggio e giugno 2024 furono abbastanza rigidi. L’anticiclone africano arrivò ai primi di luglio, facendo aumentare rapidamente la temperatura. Lo stesso potrebbe succedere quest’anno, ma è ancora presto per fare previsioni, le variabili in campo sono moltissime”.
Un dato in particolare rilevato da Daphne va osservato per comprendere quale sarà il futuro dell’Adriatico, e non è quello relativo alla temperatura, soggetta a molte variabili, ma alla salinità: “Le coste di quella che chiamiamo zona A – prosegue Mazziotti – dunque quelle del ferrarese e dei lidi nord di Ravenna, fanno registrare una salinità di appena 24 psu (cioè di grammi di sale per chilogrammo di acqua, dunque pari al 24 per mille, ndr), contro i 34 dei lidi sud o di Cervia. Questo perché da quelle parti l’Adriatico è un mare più ‘dolce’, in virtù della quantità di acqua trasportata dal Po. E fu proprio l’acqua dolce, che si riscalda più velocemente di quella salata, il ‘carburante’ che contribuì a far schizzare la colonnina di mercurio, l’anno scorso, in prossimità dei 31 gradi”. Il Po e gli altri fiumi che solcano la pianura sono tuttavia coloro che alimentano la vita del mare: “Quest’anno l’apporto di acqua si è mantenuto piuttosto nella norma; in mare riscontriamo la presenza di nutrienti, il che è un fattore positivo. Molti bagnanti cadono nell’erronea convinzione che un mare torbido sia poco pulito – prosegue Mazziotti –, ma il mare non è una piscina, bensì un ecosistema vivo, in cui i nutrienti alimentano le specie vegetali e animali. Lo stesso dicasi per le meduse: in questi giorni stiamo registrando una presenza di Aurelia aurita, la cosiddetta medusa quadrifoglio, in linea con la stagione; è un’abitante del nostro mare, che non deve spaventarci. A febbraio e marzo c’è stata una buona fioritura di diatomee, che hanno come effetto l’approdo a riva della caratteristica schiuma: anche questo è un normale aspetto della vita marina, con cui convivere. Come del resto lo sono le mucillagini, un semplice polisaccaride prodotto da delle microalghe: le invasioni di fine anni ‘80 e inizio anni ‘90 appartengono al passato”.
A questo punto un interrogativo svetta sopra tutti gli altri: il Po continuerà a essere il ‘grande fiume’ che è sempre stato? “Molto dipenderà dai ritmi di scioglimento dei ghiacciai alpini: è il loro graduale assottigliamento nei mesi più caldi ad alimentare il Po e i suoi affluenti”. La differenza che si nota nelle poche decine di chilometri che separano Bellocchio dai lidi sud è comunque indicativa di quanto l’apporto di acqua dolce sia centrale nel determinare le caratteristiche del mare.