Covid variante cinese. "Nuova ondata? Niente panico"

Vittorio Sambri, responsabile del Laboratorio di Pievesestina, analizza la situazione: "Variante già conosciuta, i vaccini sono efficaci"

Ravenna, 5 gennaio 2022 – La società britannica di analisi medica Airfinity scruta la verità dei numeri ed emette un verdetto da terrore: saranno 11mila i decessi quotidiani in Cina per il Covid che torna a mostrare i denti, prevedendo un’ondata di 1,7 milioni di morti nel solo Paese del dragone proprio mentre cadono le limitazioni all’espatrio. Tutto è iniziato da lì e da lì ritorna?

Professor Vittorio Sambri, microbiologo, responsabile del laboratorio unico di analisi dell’Ausl Romagna a Pievesestina (Forlì–Cesena), la Cina non ci sta a passare per untore del mondo ma quanto è legittimamente preoccupante il prevedibile dilagare di una nuova ondata proveniente da quel Paese?

"Dal mio punto di vista per nulla. La variante BF.7, che viene considerata la causa che ha messo in ginocchio Shanghai, ma è una notizia da prendere con le molle poiché la Cina comunica solo quello che vuole farci sapere, in Romagna ce l’abbiamo da quasi due mesi. Stando ai dati del 30 dicembre è presente nel 10 per cento dei tamponi sequenziati".

Dunque i cinesi non c’entrano?

"No, BF.7 è spuntata per conto suo, prima che esplodesse il nuovo allarme cinese".

Quanto è certo che sia quella la variante che espatria dalla Cina?

"Eh… come facciamo a saperlo? E’ quello che sostiene il governo cinese".

Cosa dicono i tamponi effettuati sui cinesi che sbarcano a Milano, Roma e Venezia, positivi per oltre la metà degli arrivi?

"Ancora non lo sappiamo".

Che effetti provoca la BF.7? "Per quello che possiamo dire la comparsa di questa variante si è accompagnata ad un abbassamento del Rt, ossia l’indice di trasmissione, che in Italia sta calando da 4/8 settimane. Il che va letto come una rassicurazione: la popolazione italiana, vaccinata per oltre il 90 per cento, resiste anche a BF.7. Ben diversa è la situazione in Cina dove i vaccinati faticano ad arrivare al 40 per cento. Ma anche questo è un elemento sfuggente. Che dire poi del vaccino cinese? Non è come il nostro".

I cinesi sostengono che siano i nostri tamponi ad essere inattendibili.

"Potrebbe essere vero ma occorre che lo dimostrino. Loro hanno vaccinato ma la malattia ha continuato a correre. E la strategia zero Covid ha tenuto grazie ai lockdown degli ultimi tre anni. Ma poi le esigenze economiche hanno imposto l’apertura riportando la situazione allo stato in cui era da noi nel 2020 con la popolazione scarsamente vaccinata e, nel loro caso, con un vaccino poco efficiente".

Previsioni?

"L’Italia non mi preoccupa, la variante sta circolando ma la malattia è sotto controllo".

È opportuno, dunque, fare il tampone a tutte le persone che arrivano dalla Cina?

"È scritto, ma non si fa. La relativa circolare ministeriale è talmente vaga che sembra fatta apposta per fare arrabbiare i cinesi, o per scaricare le responsabilità sulle realtà regionali".

Ossia?

"Per salire su un aereo diretto in Italia i cinesi devono sottostare ad un test antigenico o molecolare, quando arrivano devono fare un altro tampone ma, se non dovessero trovarlo in aeroporto la circolare impone loro di recarsi all’Asl entro 48 ore. Lo immaginate un cinese che non trova un test in aeroporto e va all’Asl? Chi controlla che vi vada? Se poi il test fosse positivo andrebbe verificato con un tampone molecolare, sequenziato, e il soggetto sottoposto a quarantena. E se un cittadino cinese non avesse fatto scalo nei tre aeroporti italiani che hanno voli diretti come li identifichiamo se le compagnie aeree non sono obbligate a dare alla polizia di Frontiera la lista dei passeggeri provenienti dalla Cina? Correndo dietro a tutti quelli che hanno gli occhi a mandorla?".

La presenza di BF.7 ha cambiato il ritmo del vostro lavoro a Pievesestina?

"I tamponi che facciamo sono sempre troppi. Fortuna che non serve più il tampone di uscita della quarantena, il che ha ridotto il lavoro del 70 per cento. Continuano ad essere utili i sequenziamenti: dobbiamo sapere come il Covid si muove tra noi".