Riparte tra i giovani la voglia di fare impresa e se turismo, costruzioni e commercio sono in ripresa, industria e artigianato faticano, specie sotto il profilo dell’export; comunque sia, complessivamente, nel 2024 il valore aggiunto crescerà dell’1,3%. Questi i dati principali diffusi ieri dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di Ferrara e Ravenna nella riunione del Tavolo sulle opportunità economiche e occupazionali - tenutosi alla presenza, oltre che del presidente della Camera di commercio, Giorgio Guberti, del prefetto di Ravenna, Castrese De Rosa, di Guido Caselli, direttore del Centro Studi di Unioncamere Emilia-Romagna e dei vertici delle Istituzioni, delle associazioni di categoria e delle organizzazioni sindacali – sull’andamento del primo semestre del 2024.
Ne è emerso che l’economia viaggia a macchia di leopardo con segno positivo per le costruzioni (+3,8%, rispetto ai primi sei mesi del 2023), il commercio al dettaglio (+2,2%) e il turismo, che nei primi sei mesi di quest’anno fa segnare una crescita dei visitatori (+12,5%) e dei pernottamenti (+7,5%). L’Industria manifatturiera, pur registrando un +1,5% per la produzione e un fatturato pressoché stabile rispetto all’analogo periodo del 2023 (+0,5%), segna una riduzione degli ordini complessivi (-1,7%) e del mercato internazionale (-0,3%). L’artigianato evidenzia una flessione nei volumi produttivi (-2,2%) e la riduzione degli ordini (-4,5%). In particolare, calano i dati delle esportazioni ravennati diffusi da Istat (-5,5%), che includono le vendite all’estero (2,85 miliardi nei primi sei mesi) delle imprese di maggiore dimensione.
"Ogni giorno – spiega Giorgio Guberti, presidente della Camera di commercio di Ferrara e Ravenna – le nostre imprese dimostrano mirabile capacità nell’affrontare situazioni straordinarie e imprevedibili, contribuendo, nonostante conflitti bellici, alluvioni, alti costi dell’energia e burocrazia, ad una crescita, nel 2024, di oltre un decimale del valore aggiunto provinciale". Si tratta, ha aggiunto Guberti, "di un risultato straordinario, frutto di iniziativa, di innovazione, di intraprendenza e, soprattutto, di grande senso di dedizione. Se tante di loro, pure in questi mesi terribili, hanno scelto di fare impresa è segno che sono convinte di farcela ancora una volta ed è dovere delle istituzioni rispondere con altrettanta fiducia nell’impresa e in chi la sostiene e promuove".
Intanto, tra aprile e giugno di quest’anno sono nate in provincia di Ravenna 133 imprese costituite da giovani con meno di 35 anni. I dati del registro delle imprese riferiti al secondo trimestre dell’anno rilevano un saldo positivo pari a +158 attività (+0,43%, a fronte del +0,5% regionale e nazionale). In espansione la maggior parte dei settori, fra cui i servizi alle imprese, le attività professionali, edilizia, il turismo e attività d’intrattenimento e tutte le tipologie d’impresa. La componente artigiana evidenzia uno tra i più brillanti risultati degli ultimi dieci anni (+0,67%). Al 31 agosto di quest’anno, lo stock complessivo delle imprese registrate in provincia di Ravenna, al netto delle cancellazioni d’ufficio, si attesta a 36.947 unità, in sostanziale stabilità rispetto all’analogo periodo del 2023. Il valore aggiunto ravennate, infine, secondo gli scenari delle economie locali realizzati da Prometeia, potrebbe, per il 2024, andare oltre il +1,3%.
Giorgio Costa